Due gli incontri che ci hanno visto protagonisti in Piemonte, a Novara ospiti del comitato NoF35 e a Grugliasco ospiti della Biblioteca Popolare Il faggio Rosso.
No Muos Torino a Novara
Doveva essere un incontro pubblico informativo e d’opinione da tenersi regolarmente presso uno spazio comunale. Diverse carte e richieste firmate e protocollate per scoprire solo all’ultimo che la sala era stata assegnata ad altri e che le chiavi a disposizione dei No F35 non aprivano nessuna porta. L’ultimo dei diversi tentativi di boicottaggio dell’amministrazione novarese nei confronti del movimento. Ma non ci siamo lasciati assolutamente scoraggiare, anzi ci è stata data un’opportunità anche migliore, quella di svolgere il nostro incontro e denunciare l’accaduto in pubblica piazza. All’incontro ci hanno raggiunto anche le compagne del comitato No Muos Milano.
Ricordiamo a tutti che:
- Il programma MUOS ha come principale contractor la Lockheed Martin, il colosso a capo del dissennato programma dei cacciabombardieri F-35.
- Usare denaro pubblico per le spese militari è inutile e va a vantaggio solo di pochi interessati, tra l’altro, a fomentare ulteriori guerre per accrescere la loro ricchezza.
- Né il MUOS né gli F35 né le basi militari NATO o non-NATO garantiscono in alcun modo maggiore sicurezza, libertà e prosperità del territorio italiano.
No Muos Torino a Grugliasco
L’appuntamento di Grugliasco è stato organizzato in collaborazione con l’ANPI e con i ragazzi della Biblioteca Popolare “Il faggio Rosso”, un accogliente punto di ritrovo e aggregazione che promuove attività formative e culturali al fine di stimolare il dibattito su temi di grande attualità politica e sociale, spesso tralasciati o poco approfonditi dai media e dal dibattito pubblico. L’idea alla base della serata è stata quella di conoscere più da vicino tre realtà di lotta – NO MUOS, NO TAV e NO DAL MOLIN – e di rintracciare il filo conduttore che unisce questo tipo di movimenti facendoli convergere su una serie di principi che si spingono oltre la mera opposizione alla realizzazione di questa o quell’opera, esprimendo – piuttosto – una nuova domanda di senso rispetto al concetto di cittadinanza e al ruolo che ciascuno di noi ha nel determinare le sorti proprie e del territorio in cui vive. Non NIMBY, quindi, ma dei “NO” che diventano simboli della difesa dell’interesse collettivo in senso più ampio, al di là della specificità delle singole istanze e rivendicazioni.
Le domande che hanno informato il dibattito:
- Perché dalla ValSusa a Niscemi, passando per Vicenza e molte altre località, si è creato un filo conduttore che ha idealmente unito questi movimenti permettendogli di assumere un’identità quasi unica? Quali sono le ragioni che motivano questa unicità? E in nome di cosa bisogna intervenire contro il compimento di queste opere?
Quel che ne è venuto fuori è stato un dibattito intenso e talmente ricco di input che sarebbe stato impossibile venirne a capo nella sola serata di venerdì scorso. Per questo, ci si è rimandat
i ai prossimi appuntamenti.
Stay tuned e NO MUOS!
Comitato No Muos Torino
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