ANCHE SE IL TAR ALLUNGA I TEMPI LA LOTTA NO MUOS NON SI RINVIA
Dopo il rinvio del TAR di Palermo del 27 Marzo, restiamo convinti che dietro la “non decisione” ci sia in realtà un intento dilatorio, a fronte di una questione che meritava una definizione urgente e tempestiva. Le motivazioni fornite dal Presidente D’Agostino riguardo alla necessità di acquisire il parere dell’ISS e di chiedere al Verificatore nominato dal TAR di confrontare le proprie conclusioni con quelle alle quali è giunto l’Istituto Superiore di Sanità, non ci convincono. In primo luogo perché lo studio dell’ISS era già agli atti essendo stato prodotto dalle parti; poi perché la consulenza del Verificatore prof. D’Amore e lo studio dell’ISS non sono fra loro sovrapponibili. La prima riguarda la regolarità delle Autorizzazioni rilasciate nel 2011, il secondo riguarda invece gli effetti delle onde elettromagnetiche sulla salute. I gravissimi vizi rilevati dal Prof. D’Amore, negli atti sui quali sono fondate le autorizzazioni, da lui definiti “di una superficialità imbarazzante” erano già sufficienti a far pronunciare l’annullamento delle autorizzazioni e in nessun modo possono essere sanate dal parere dell’ISS che è atto estraneo al procedimento autorizzatorio, di parte e dichiarato dallo stesso Istituto Superiore “non utilizzabile a fini autorizzativi”.
Allora, a cosa dovrebbe servire il nuovo incarico al Verificatore? Soprattutto, a chi serve? Noi un’idea ce la siamo già fatta. I giornali scrivono che nei prossimi mesi il MUOS sarà messo in funzione a fini sperimentali ed è chiaro che una sentenza che andasse nell’unico senso consentito da ciò che è emerso nel processo avrebbe bloccato un progetto che deve andare avanti a tutti i costi. Specie ora che Obama ci ha esortato a tirare la cinghia in periodo di crisi (che vuol dire tagli alla spesa sociale) ma non tirare il freno alla corsa agli armamenti. E a rafforzare le nostre tesi, si aggiungono le preoccupazioni espresse sabato scorso da diversi studiosi nell’ambito di un incontro a Palermo, sull’altissimo e preoccupante livello di inquinamento proprio nella zona tra Gela e Niscemi a causa della presenza del petrolchimico, delle antenne NRTF e a breve del MUOS.
Intanto i nostri legali sono pronti a depositare una nuova richiesta di sospensiva: lo scorso ottobre il TAR aveva accolto la loro richiesta cautelare ma senza sospendere gli atti impugnati, ritenendo l’esigenza cautelare sufficientemente tutelata dall’anticipazione, proprio al 27 marzo, della decisione. Ora, però, che la decisione è slittata chiederemo, in forza delle stesse esigenze cautelari già accertate, che le autorizzazioni siano sospese e con esse la messa in funzione del MUOS, sia pure a fini sperimentali.
Nel frattempo continua l’iter delle mozioni presentate in Parlamento e anche a quelle cercheremo di imporre una brusca accelerazione. Non si ferma né si fermerà mai la resistenza popolare, la cui prossima tappa sarà la “due giorni” del 25 e 26 aprile in Contrada Ulmo per celebrare la liberazione da tutte le guerre e dal MUOS.
Il centro di trasmissioni di Niscemi è uno strumento di guerra ad uso esclusivo del governo americano che mette a repentaglio la vita, la sicurezza e la salute nostra e dei nostri figli per asservirci alle guerre degli altri. Non ci piegheremo a un Governo servo e a giudici succubi di queste logiche.
COORDINAMENTO REGIONALE DEI COMITATI NO MUOS
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