Nella notte tra il 25 e il 26 ottobre, durante una delle iniziative di contrasto alla ZAD, è stato ucciso Remi: un militante 21enne di Tolosa impegnato nella lotta contro l’ennesima grande opera inutile, una diga figlia della speculazione economica, dannosa per l’ambiente e le persone, che le autorità francesi vorrebbero costruire sotto l’egida dell’unione europea.
In un occidente in cui si tende a globalizzare tutto, inclusi i mezzi repressivi, un compagno è stato ucciso dalla polizia, nel silenzio assordante dei media italiani che hanno preferito tacere, piuttosto che raccontare fatti che solleverebbero inevitabilmente dubbi su dotazioni come quelle che presto anche le nostre ‘forze del disordine’ potrebbero avere.
Nei fatti della notte in questione c’è l’ombra delle collaudate e aspre metodiche repressive che sempre più spesso vediamo messe in atto a qualunque latitudine, in contesti di rabbia sociale crescente che si muove di pari passo con il crescente disprezzo degli stati per le vite di chi decide di superare i limiti posti alla libertà di ribellarsi.
Remi è stato ucciso da una granata mentre prendeva parte alla lotta per la propria autodeterminazione, per la propria libertà, per la difesa della terra dall’invasione di truppe sbirresche utili solo a difendere gli interessi di chi specula, distrugge, recinta e uccide: Remi è stato ucciso da uomo libero, libero dall’illusoria ‘libertà’ che chi si sente potente e protetto ci vorrebbe far credere di avere!!
I No Muos, nel ricordarlo, si stringono intorno a chi lo ha conosciuto, ai suoi cari e ai compagni che hann lottato a suo fianco.
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