Tra le maglie della rete spesso si ritrovano documenti interessanti. Abbiamo rinvenuto un documento datato 2006 prodotto dal ministero della difesa australiano inerente l’impatto del Muos sulla flora, fauna e sugli abitanti delle città più vicine.
Ricordiamo, per completezza, che a differenza del sito di Niscemi la base Muos australiana, co-gestita dagli Usa e dalla stessa Australia, si trova a 30 chilometri dal centro abitato di Geraldton.
La relazione del 2006 appare molto completa dal punto di vista tecnico, rilevando l’impatto del Muos sul suolo, sulle specie protette, sulla flora, sulla fauna, sui siti archeologici. Tiene conto, tra l’altro, delle polveri dovute alla movimentazione terra del cantiere, dell’impatto dei generatori a gasolio, dell’impatto sulle falde acquifere e addirittura sull’ “amenità del paesaggio” e sulla percezione da parte dei cittadini.
Solo a titolo esemplificativo: il ministero australiano si è posto il problema del transito dei mezzi del cantiere e del pericolo di incidenti in caso di attraversamento della strada da parte di canguri.
Niente a che vedere con le frettolose e superficiali autorizzazioni rilasciate dalla regione Sicilia, recentemente annullate dal Tar proprio per la superficialità e l’inaccuratezza con cui sono state prodotte.
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