2 Ottobre – diretta manifestazione No Muos

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H 14.50: il concentramento, stabilito al presidio in Cotrada Ulmo, inizia a riempirsi; arrivati anche i pullman da Catania e Palermo. In tante le persone che in macchina o a piedi si stanno spostando verso il presidio per iniziare la manifestazione nazionale No Muos

H15.00: al centro del presidio, l’area smantellata dagli operai del comune, qualche settimana fa. Questi, entrati senza avvisare, hanno smontato i gazebo presenti al presidio, demolendo si fatto una delle due strutture presenti al presidio

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H 15.25: si ingrossa sempre di più la presenza al presidio di Contrada Ulmo. Talmente tanto che i numerosi mezzi e personale delle ff.oo. è decisamente superato dai manifestanti presenti al presidio, in attesa di partire per il corteo alla volta della base

H 15.40: presenti al corteo anche, fra gli altri, alcuni esponenti dei COBAS che qualche giorno fa hanno aderito alla manifestazione firmando l’appello:

H 15.45: in piazza presente anche l’USB che ha aderito a livello nazionale alla manifestazione di oggi. Claudia ci spiega i motivi dell’adesione:

H 16.00: Presenti anche I ragazzi e le Ragazze della Piazzetta (Catania) al presidio. Peppe spiega i motivi dell’adesione e della partecipazione del gruppo:

H 16.30: partito il corteo dal presidio

H16.35: contestuale alla partenza del corteo avviene anche un taglio di reti. Una parte del corteo viole infatti le prime prescrizioni della questura e si dirige all’interno della sughereta dove, appunto, taglia un lungo pezzo di rete e lancia fuochi d’artificio verso le antenne della base. Non appena gli agenti delle ff.oo. italiane si avvicinano alla zona interessata, il corteo si ricompatta e si incammina verso la base, seguito da decine e di agenti della digos

H 16.50: il corteo avanza costeggiando il perimetro della base. Evidente, il grosso numero delle ff.oo. all’interno della base, a difesa della base americana

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H 17.15: più di mille persone in corteo avanzano verso il cancello uno della base. Presente uno striscione contro l’ondata repressiva che ha recentemente coinvolto più di 200 attivisti e attiviste nomuos. Uno striscione ricorda i 129 rinvii a giudizio per la prima invasione di massa della base militare americana del 9 agosto 2013

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H 17.30: parte un secondo taglio delle reti della base. A questo, la polizia risponde lanciando lacrimogeni sul corteo

H 17.40: nonostante il lancio di lacrimogeni, il corteo si ricompatta e unito riprende  la via verso il cancello 1

H 18.00: il corteo arriva davanti al cancello uno. Una parte del corteo decide di superare il cancello e continuare il cammino, violando così le prescrizioni della questura che vietavano categoricamente il superamento del cancello uno

H 18.30: la parte di corteo che ha superato il cancello uno, arriva in cima la collinetta da cui si vedono le tre parabole. Le ff.oo. all’interno sono schierate a difesa della base. Indossano maschere antigas e sono pronte al lancio di lacrimogeni

 

Appello di indizione della manifestazione:

Appello per una manifestazione nazionale NoMuos  il 2 ottobre
Verso un autunno caldo contro la guerra e la basi Usa-Nato
per la smilitarizzazione della Sughereta e della Sicilia

La Sicilia è stata nel corso degli ultimi anni sempre più militarizzata: Sigonella, il Muos, i droni, i depositi di armi, le basi di Birgi (Tp) ed Augusta (Sr), i radar di Lampedusa l’hanno trasformata in un arsenale di guerra a cielo aperto. Allo stesso modo l’apertura dei CIE, degli Hotspot e del Cara di Mineo insieme alla crescente militarizzazione dei porti, delle coste e del Mediterraneo in seguito alla presenza di Frontex a Catania ed all’operazione EunavforMed, l’hanno resa il più grande lager d’Europa.
Il recente dissequestro del Muos, in continuità con una riverificazione farsa del CGA è un’ulteriore provocazione contro il diritto alla salute ed il ripudio della guerra, visto che è stato costruito illegittimamente ed abusivamente, in violazione del Regolamento del Riserva della Sughereta (Sito d’Interesse Comunitario), dove vige l’inedificabilità assoluta.

Ben sappiamo che la messa in orbita dell’ultimo satellite, che completa questo micidiale strumento di guerra, prelude l’irremovibile scelta degli USA d’imporre con tutti i mezzi la sua messa in funzione. Non basteranno le aule giudiziarie a fermarli, anche se i nostri legali stanno dando loro filo da torcere. Dobbiamo riprendere le mobilitazioni popolari ed attrezzarci ad una dura resistenza per imporre lo smantellamento del Muos e della base NRTF.
In Valsusa grazie al movimento NoTav, non riescono a finire i lavori; le resistenze territoriali si moltiplicano ovunque contro le grandi opere inutili e dannose, mentre il governo Renzi tenta di far digerire la sua politica antipopolare (Jobs Act, Buona Scuola) criminalizzando l’opposizione sociale. I pre/potenti della terra decidono di tenere il prossimo G7 a Taormina nel maggio 2017: per le realtà di base antiliberiste, antimilitariste e anticapitaliste che si battono contro la distruzione dei diritti dei/lle lavoratori/trici, contro la privatizzazione dei beni comuni, contro le devastazioni ambientali, contro la militarizzazione dei territori e delle nostre vite, sarà un’ulteriore banco di prova accoglierli come meritano.
Dalla prima guerra del Golfo del ’91 fino ad oggi le aggressioni imperialiste si sono moltiplicate e le guerre hanno prodotto milioni di morti e di profughi e una destabilizzazione generalizzata in immense aree. Lo spettro di una nuova apartheid prende purtroppo corpo e le destre xenofobe fanno le loro fortune elettorali, alimentando l’allarme “invasione” dei migranti. I governi europei hanno gettato la loro maschera: versare 6 miliardi di euro al macellaio turco Erdogan per “accogliere” in nuovi lager i profughi siriani e kurdi è un ennesimo crimine contro l’umanità. Ma il governo Renzi,l’UE e gli Usa sanno fare di peggio:

—L’intervento di guerra in Libia è un’operazione neocoloniale per spartirsi le riserve petrolifere, che produrrà ulteriori esodi di profughi e che esporrà l’Italia e la nostra isola a ritorsioni, visto che sono a disposizione degli Usa le basi di Sigonella, Pantelleria ed Aviano

— Ancora si considera “terrorista” il PKK, che, alla guida della resistenza kurda, è riuscito a sconfiggere i terroristi dell’Isis. Dopo l’autogolpe del sultano Erdogan (grande sostenitore dell’ISIS), Usa ed Ue confermano il loro appoggio ad un regime fascista perché eletto, secondo loro, “democraticamente”; un motivo in più per boicottare l’economia di guerra turca, a partire dal turismo.
In questi anni abbiamo costruito relazioni con tante comunità resistenti, soprattutto NoWar, aderiamo pertanto alla settimana (1/8 ottobre 2016) di mobilitazione internazionale indetta dal Global Network (www.space4space.org) ed indiciamo per domenica 2 ottobre una manifestazione nazionale a Niscemi.

La Sicilia non è zona di guerraVia le basi Usa-Nato dalla nostra terra !

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