Dal 20/11 all’8/12 attraverserà l’Italia la Carovana per I diritti dei migranti per la dignità e la giustizia
( http://carovanemigranti.org/ ) , che partendo da Lampedusa si concluderà alla frontiera del nord Italia. In contemporanea si terrà in tutto il CentroAmerica una straordinaria marcia di madri alla ricerca dei migranti scomparsi. Sono madri, mogli e sorelle in cerca dei parenti migranti e desaparecidos, una moltitudine in cammino lungo il più grande corridoio migratorio del mondo, passaggio obbligato tra il sud e il nord, tragicamente simile al nostro Mediterraneo dove è il mare, in luogo del deserto, ad inghiottire migliaia di vite. Le/i promotrici/ori lavorano da anni sulla terribile vicenda del femminicidio a Ciudad Juárez. In Messico, intorno a questo termine, che è diventato così rapidamente attuale anche in Italia, si annidano storie di donne migranti e di lavoratrici delle fabbriche di assemblaggio( maquillas) violentate ed uccise, storie di intere famiglie perse nelle mani dei trafficanti di esseri umani e di droga. Nonostante ciò crescono significative esperienze di lotta ai poteri criminali attraverso una rete di aiuto al popolo dei migranti senza eguali in altre parti del mondo che vede in prima linea sempre almeno una donna. Questa Carovana si propone di raccogliere proposte, di continuare la ricerca di pratiche che aiutino i/le migranti nelle loro rivendicazioni di cittadinanza, di lavoro e di diritti.
In Sicilia ad un anno dalla strage di migranti del 3 ottobre nulla è cambiato nelle politiche d’accoglienza di chi fugge dalle guerre, anzi con Frontex plus si militarizza sempre più il Mediterraneo, diventato oramai un cimitero marino (oltre 3200 morti quest’anno). La fortezza Europa rifiuta l’apertura di canali umanitari nelle aree di conflitto ( spesso causate dalle criminali politiche di guerra della Nato e della UE); addirittura I governi europei si rifiutano di sospendere il regolamento di Dublino per garantire un reale diritto d’asilo europeo, non sequestrando nel primo paese d’arrivo il richiedente asilo e concludendo la procedura d’asilo nei paesi europei dove vivono I familiari. Quante vite si sarebbero potute salvare? Invece con le attuali legislazioni proibizioniste si continuano ad arricchire le mafie mediterranee ed a moltiplicare I naufragi.
In Sicilia inoltre viviamo la vergognosa esperienza di segregazione dei richiedenti asilo nel CARA di Mineo, il più grande d’Europa con oltre 4500 migranti. Da anni denunciamo il mega-business della pseudo-accoglienza : i richiedenti asilo vengono parcheggiati nel Cara per oltre 18 mesi prima d’incontrare la commissione esaminatrice, il centro abitato più vicino, Mineo, è a ben 11 Km, le condizioni d’indigenza (il pocket-money quotidiano di euro 2,50 viene erogato in sigarette) favoriscono il lavoro nero nelle campagne circostanti con il dilagare della piaga del caporalato , la prostituzionre e lo spaccio di droga.
Le tappe della Carovana anche nella nostra città dimostrano come le ingiustizie siamo ovunque simili, ma che in tutti I continenti si debba lottare per un altro mondo possibile, libero dalle guerre, dal razzismo, dal patriarcato e dallo sfruttamento.
MARTEDI’ 25 novembre
alle ore 15 Incontro Interetnico di fronte al Cara di Mineo
alle ore 18,30 in piazza Stesicoro intervento delle partecipani alla Carovana
in occasione della giornata internazionale contro la violenza alle donne
alle ore 20,30 in via F.Aprile 160 c/o LILA Cena sociale, con video ed interventi
Rete Antirazzista Catanese, la RagnaTela, Comitato NoMuos/NoSigonella, LILA, Borderline Sicilia
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