La sostanziale riuscita della manifestazione del 2 ottobre, sia per i numeri che per la qualità delle pratiche di lotta, dimostra che ancora resiste uno “zoccolo duro” del popolo No Muos in Sicilia. Ciò nonostante, sarà molto difficile da ripetere la tenace resistenza espressa tre anni fa, anche perché il fronte proMuos ha imparato dagli errori commessi e si sta attrezzando per fare terra bruciata attorno a noi.
La stagione No Muos del 2013 era stata il frutto di una corretta intuizione politica compiuta da buona parte degli/delle attivisti/e, che nel novembre 2012 elaborarono collettivamente la Carta d’Intenti del Coordinamento regionale, favorendo il proliferare dei Comitati territoriali ad adesione individuale, sia in Sicilia che nel centro nord d’Italia. Il ragionamento di quanti/e s’impegnarono in quella importante fase era lineare : un movimento di base autorganizzato ha bisogno di regole chiare di funzionamento interno, per radicarsi a livello sociale e per valorizzare le eterogenee soggettività del movimento NoMuos. Tuttavia, già allora, non mancarono i tentativi di ridimensionare il peso del coordinamento regionale dei Comitati NoMuos. Alcune aree politicamente omogenee, dopo aver fallito certe vecchie pratiche “egemoniche”, preferirono abbandonare il faticoso lavoro di dare continuità alle attività NoMuos sia a Niscemi che nei propri territori e partecipare ad intermittenza alle manifestazioni.
L’ottima riuscita del primo sciopero generale autorganizzato del 31 maggio 2013 dimostrava la forza raggiunta a Niscemi, creando i presupposti per l’eccezionale occupazione della base del 9 agosto. Nell’autunno seguente, il movimento si proiettava fuori Niscemi e cominciava a tessere relazioni con altre resistenze territoriali (NoTriv, Forum Acqua, Nograndi navi, NoTav ecc.). Con il 2014, attraverso l’apertura di una sede del coordinamento a Niscemi, si cercò di consolidare in paese il radicamento sociale. Nella stessa direzione, lo sciopero sociale del 21 novembre fu il tentativo di articolare nuove vertenze territoriali (acqua, ospedale, agricoltura, scuole, trasporti), ma purtroppo i risultati furono inconsistenti per mancanza di continuità, oltre che per alcuni errori commessi. Eppure, le proposte avanzate in quella occasione sarebbero ancora valide e capaci di mobilitare, se solo venissero rimodulate con maggiore determinazione.
Lo stato di salute dei movimenti e del conflitto sociale è fisiologicamente discontinuo, ed è nelle fasi discendenti che deve venir fuori la tenacia di chi ha realmente a cuore la ripresa di una resistenza popolare, lontano dalle strumentalizzazioni di chi la vorrebbe cavalcare solo quando il vento è favorevole.
Visto che la partita non si gioca prevalentemente nelle aule giudiziarie (nonostante il prezioso contributo dei nostri legali), al sequestro delle parabole Muos è sopravvenuto il dissequestro e sta crescendo la repressione per scoraggiare la partecipazione popolare, soprattutto a Niscemi. Sta a noi non percorrere il vicolo cieco del muro contro muro, soprattutto quando i numeri, in questa fase, sono esigui.
Ma la forma politico-organizzativa del movimento NoMuos (Comitati, centri sociali, sindacati di base, associazioni e singoli attivisti) non può ridursi ad un intergruppi della sinistra antagonista. Per questo siamo convinti che l’esperienza dei Comitati territoriali NoMuos non sia assolutamente da archiviare, ma vada anzi rilanciata e coordinata, a partire da Niscemi. La risorsa preziosa di questi anni è data dall’emergere di più di una generazione di attivisti/e, che hanno iniziato il loro impegno proprio nel movimento NoMuos, accanto alla capacità di valorizzare le nuove soggettività evitando prevaricazioni autoreferenziali. Le esperienze organizzative pregresse dovrebbero nutrire la crescita del movimento, a partire dai territori. Il che significa mettere in campo e mantenere pratiche, quanto più inclusive possibile, di confronto e di autorganizzazione. E pensiamo che i comitati territoriali, ad adesione individuale, siano il luogo naturale dove far tornare a crescere la partecipazione popolare.
L’apertura di una nuova sede NoMuos a Niscemi, alla fine di quest’anno, può costituire un nuovo banco di prova per una ripresa delle attività in paese, per aprirsi ai problemi quotidiani della popolazione, recuperando la continuità della nostra Carta d’Intenti, nel 4° anniversario dalla sua scrittura. I comitati NoMuos in questa delicata fase sono chiamati a salvaguardare la propria indipendenza politica, facendo tesoro della ricca elaborazione prodotta ( ripresa di un movimento NoWar nazionale, solidarietà con le resistenze internazionali, sinergia con il movimento antirazzista), per costruire una nuova stagione di lotta al MUOStro su più ampie basi popolari.
Catania 22/11/2016 Comitato di base NoMuos/NoSigonella
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