Dopo l’ennesima orrenda strage del 19 aprile, le mobilitazioni antirazziste che si sono susseguite, oltre all’incoraggiante riuscita della manifestazione a Catania del 22 aprile , ci sollecitano a proporre di riprendere la mobilitazione per la chiusura del Cara di Mineo, visto il ruolo centrale che questo Cara assume in tutte queste drammatiche vicende.
Da anni ci battiamo per l’apertura di canali umanitari e per il diritto d’asilo europeo, se fosse possibile esercitare il diritto d’asilo nelle zone limitrofe alle zone di guerra, centinaia di migliaia di persone potrebbero viaggiare in sicurezza, a costi molto inferiori,evitando inoltre, d’ingrassare, grazie alle legislazioni liberticide della fortezza Europa, le mafie mediterranee. Il Cara di Mineo e mafie mediterranee, ex villaggio per le famiglie dei militari Usa di Sigonella, è nato grazie all’ex ministro dell’interno Maroni, durante la “Emergenza Nordafrica”, grande e disumano laboratorio europeo di nuove politiche segregazioniste per i richiedenti asilo. Nei primi 2 anni, con una presenza media di 2000 persone, vi sono state numerose proteste a causa dei lunghissimi tempi d’attesa delle Commissioni d’esame delle richieste d’asilo, degli arbitrari dinieghi e delle pessime condizioni di vivibilità nel Cara, lontano oltre 10 Km dal primo centro abitato. Dal 2013 le presenze sono più che raddoppiate, in coincidenza con l’arrivo anche a Catania del sistema criminale e clientelare di “Mafia Capitale”: Odevaine era ben gradito sia dal centro destra che dal centro sinistra, sia a Roma che a Catania ed a Mineo. A pagare i prezzi in questi anni di questo vergognoso sistema sono state decine di migliaia di richiedenti asilo, che vengono parcheggiati a tempo indeterminato per favorire il business della pseudo-accoglienza; purtroppo oltre alle proteste vi sono stati numerosi casi di autolesionismo, fino al suicidio, dentro il Cara, del ventunenne eritreo Mulue Ghirmay il 14 dicembre 2013.
In questi giorni è emerso che una rete internazionale per il traffico di migranti, già responsabile di precedenti naufragi, aveva la sua base operativa proprio dentro il Cara di Mineo, 6 (tutti eritrei) dei 15 arrestati risultano residenti nel Cara; ancora non sono emerse complicità italiane, ma è allarmante, oltre che irresponsabile, che il ministro dell’interno Alfano scelga di trasferire proprio in questo Cara i 22 superstiti al naufragio del 19 aprile.
Dov’è finita la Catania, città dell’accoglienza, tanto decantata dal sindaco Bianco? Nessuno prova vergogna per le sue richieste di trasferire la sede centrale dell’agenzia Frontex, che dirige l’operazione Triton, da Varsavia a Catania.
Oramai i deliri razzisti di Salvini stanno contagiando anche chi ci governa:
-a Catania non si è in grado di offrire un minimo di dignitosa accoglienza ai migranti ed ai minori non accompagnati, mentre il sindaco Bianco sponsorizza ovunque i “successi” dell’accogliente Cara di Mineo
-a livello nazionale il governo Renzi blatera di fare la guerra agli scafisti e di colpire i barconi
-a livello europeo si potenzia l’operazione Triton e la militarizzazione dei confini e del Mediterraneo; L’UE sa solo rispondere alle stragi aumentando i fondi per respingere l’immigrazione “illegale”
-negli Usa il presidente Obama si scusa, dopo 3 mesi, per aver per ucciso per errore con i droni in Pakistan il cooperante palermitano Lo Porto ( la base di Sigonella è la capitale mondiale degli aerei senza pilota e viene sempre più potenziata, mentre la Sicilia è piena di basi di guerra).
Facciamo appello a 70 anni dalla Liberazione dal nazifascimo a continuare la Resistenza contro chi sta facendo precipitare tutta l’umanità nella barbarie della guerra e del razzismo.
Tutti/e il 1° maggio di fronte al Cara di Mineo
Dalle 11 presidio antirazzista
alle 15 assemblea interetnica
Nel Mediterraneo mai più naufragi- L’Europa fortezza è causa delle stragi
La storia siciliana ce l’ha insegnato: Emigrare non è reato!
Rete Antirazzista Catanese, Comitato di base NoMuos/NoSigonella, Cobas Scuolas(Ct), La Città Felice, Collettivo Politico Experia,…
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