Un gioioso e colorato serpentone umano si snoda da Contrada Apa fino all’ingresso della base dei Marines USA: quindicimila i partecipanti, dodicimila per la Questura. La manifestazione nazionale contro il MUOS e le 46 antenne già attive è andata oltre ogni rosea previsione degli organizzatori: la soddisfazione si legge nei visi e nei commenti degli attivisti del Coordinamento Regionale dei Comitati No MUOS. Alle 14.00 già la rete viaria di Niscemi è congestionata di mezzi e pullman: eppure, grazie alla presenza dei volontari dei comitati, si riesce a circolare e a concentrarsi in contrada Apa dove subito si capisce che l’affluenza dei manifestanti è di gran lunga superiore alle aspettative. I gonfaloni della Provincia di Enna e di diversi comuni, lo striscione della città di Piazza Armerina retto dal sindaco, le bandiere della pace e del No MUOS di centinaia di partecipanti provenienti da tutti i comuni dell’ennese testimoniano che la problematica è ormai avvertita in tutta la sua rilevanza dalla gente dei territori vicini a Niscemi, città che per troppo tempo, forse, è stata lasciata sola ad affrontare una battaglia impari, paragonata da molti alla vicenda biblica di Davide e Golia. Il giorno precedente la manifestazione del 30 marzo, il Presidente della Regione, Rosario Crocetta, aveva annunciato di avere firmato il provvedimento di revoca delle autorizzazioni rendendo di fatto abusivo il cantiere dove il MUOS è in costruzione. Nelle settimane precedenti, i blocchi di attiviste e mamme avevano cercato di opporsi al passaggio dei mezzi che trasportavano operai e materiale dentro la base dei Marines (e non NATO, come in molti continuano erroneamente a definire); le forze dell’ordine erano costantemente intervenute per neutralizzare i blocchi. In molti si chiedono se ora interverranno per rendere esecutivo il provvedimento della Regione, bloccare, cioè, l’ingresso di operai e materiale dentro la base USA. L’assessore Lo Bello ha partecipato alla manifestazione, così come numerosi deputati regionali. Ma la politica istituzionale, questa volta, ha ceduto il passo al movimento pacifico e colorato delle migliaia di attivisti No MUOS. Presenti delegazioni NO dal Molin, No Ponte, No Triv, No Radar Sardegna e No Tav: “La terra non si abusa” il comune denominatore.
(Antonella Santarelli)
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