Contro l’imperialismo, il militarismo e le basi di guerra la lotta è una sola

Oggi Palermo diventerà il centro decisionale dell’area mediterranea per quanto riguarda gli interessi politici, economici e militari degli stati imperialisti.Il vertice sulla Libia promosso dal governo Conte presenti le varie fazioni libiche in lotta, i rappresentanti degli stati dell’Africa del Nord e i governi dei paesi europei con interessi strategici in quell’area – Francia e Germania – Russia e Stati Uniti, tenterà di trovare un accordo su alcune questioni, in particolare: la spartizione delle aree estrattive del petrolio in Libia, la ricostruzione del paese e la questione migratoria.

Nel caso italiano, il governo Conte si è ritagliato questo ruolo da protagonista per fare in modo che i gruppi industriali italiani, con in testa Eni e Finmeccanica, possano ottenere i maggiori benefici possibili nella spartizione delle aree estrattive e nelle commesse per la ricostruzione del territorio libico. Per quanto riguarda l’altra principale questione del vertice ovvero quella dell’immigrazione, i governi occidentali con l’Italia in testa tenteranno di garantire lo status quo: mantenimento dei lager e viaggi della morte lungo la rotta del Mediterraneo gestiti dalle varie fazioni libiche. Questo in risposta al loro interesse di tenere i migranti in uno stato di emarginazione e clandestinità in maniera da poterli utilizzare in Europa come manodopera a basso costo e come oggetto di legittimazione per le politiche securitarie e di controllo sociale sempre più stringenti; ne è un esempio il Decreto Sicurezza di Salvini che, inoltre, con la scusa della lotta all’immigrazione attacca tra le altre cose il diritto allo sciopero e criminalizza chi occupa le case per necessità. Da parte loro, le fazioni libiche avranno l’interesse a continuare a considerare i migranti come merce di scambio e a chiedere sempre più finanziamenti per mantenere queste condizioni.

Questo vertice quindi dimostra l’importanza di una risoluzione della questione libica di tipo neocolonialista, per la gestione degli equilibri politici ed economici nel Mediterraneo, equilibri legati alla ripartizione e all’allargamento delle sfere di influenza, all’eliminazione dei concorrenti e alla facoltà di continuare a sottrarre risorse e materie prime da parte dei vari stati. Equilibri tanto precari da sfociare facilmente dalla guerra economica alla guerra militare.

Il governo Conte non è da meno: presentatosi come governo del cambiamento e al servizio del popolo, ha immediatamente dimostrato la sua vera missione: essere AL SERVIZIO delle grandi multinazionali italiane e tradire le aspettative di miglioramento di vita delle masse popolari pur di non mettere in discussione la tendenza alla guerra. Lo dimostra la promessa non mantenuta di dimezzare le spese militari – 68 milioni di euro al giorno – l’acquisto degli F-35, la retromarcia sul mettere in discussione gli accordi militari a partire da quelli con la Nato. Emblematico di questo voltafaccia è poi la vicenda del Muos. I 5Stelle all’opposizione hanno combattuto il Muos in modo da ottenere un grosso consenso elettorale IN SICILIA, ma una volta al governo il ministro Trenta ha ribadito l’accordo con la Marina Militare statunitense per il mantenimento e L’ampliamento della base militare di Niscemi.
Come Movimento No MUOS eravamo e siamo certi che non possono esistere governi amici e che lo smantellamento del MUOS potrà avvenire solo con la lotta popolare.

No Muos né a Niscemi né altrove

Contro il militarismo e la guerra imperialista lotta popolare
 
8 dicembre Niscemi manifestazione regionale No Muos

Movimento No Muos

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