Convoglio scortato in forze dalla polizia tenta di raggiungere il cantiere MUOS. Turi Vaccaro si arrampica su un albero, altri attivisti fanno da tappeto umano per impedirne il passaggio.
Anche oggi, dopo la pausa festiva, un ingente schieramento di forze di polizia cinge d’assedio tutta l’area intorno alla base NRTF della marina militare americana in contrada Ulmo di Niscemi, impedendo ai cittadini italiani di muoversi liberamente nella zona e bloccando tutte le strade che conducono alla base, transitabili in parte solo a piedi e previa identificazione dei passanti.
Lo scopo è di consentire il transito di un convoglio composto da diversi mezzi che, oltre ai marines, trasportano operai, tecnici e materiali diretti al cantiere MUOS, in barba alla revoca delle autorizzazioni e alla sbandierata sospensione governativa.
La protesta pacifica dei cittadini continua a montare così come il blocco alla mobilità operato dalla polizia.
Carabinieri e polizia in assetto antisommossa stanno intervenendo contro un centinaio di attivisti, fra i quali molte donne, che da un paio d’ore tengono fermo il convoglio lungo la strada che porta alla base NRTF. In questo momento Turi Vaccaro — che il 24 aprile è ritornato in libertà dopo due giorni di detenzione per avere scalato le antenne insieme ad altri attivisti — si è arrampicato su un alto albero e gli agenti antisommossa tentano invano di farlo scendere.
Tutti si augurano che prevalga la ragione e che non si ecceda nell’uso della forza nei confronti dei dimostranti che con la loro presenza pacifica e civile rivendicano pace, salute e giustizia. I manifestanti osservano che continuare i lavori dopo la revoca delle autorizzazioni è reato. E chiedono che mandanti ed esecutori materiali di tale reato siano perseguiti dalla legge, considerando un inaccettabile paradosso che siano protetti dalle forze di polizia come sta accadendo anche oggi.
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