GIRO NO MUOS, UN MESSAGGIO LUNGO 120 CHILOMETRI
di Nello Papandrea
Anche quest’anno si svolgerà il “Giro No MUOS” passeggiata resistente, seconda edizione. L’evento avrà luogo il 19 giugno con partenza da Catania, Piazza Duomo alle ore 06,00 e successivi appuntamenti a Caltagirone, Piazza Falcone e Borsellino alle 10 ed a Niscemi, Piazza Vittorio Emanuele alle 11.
Ma che senso ha una passeggiata in bicicletta nel panorama delle manifestazioni No MUOS?
In realtà l’idea nasce da una sfida con me stesso: da sempre appassionato delle due ruote volevo provare a fare il percorso Catania- Niscemi. Avevo legato questo desiderio alla buona riuscita del ricorso al TAR all’epoca ancora pendente. Certo, rispetto a quel momento le prospettive appaiono diverse: c’è stata la sentenza del CGA cha ha ribaltato quella di primo grado del TAR Palermo, anche se, frattanto, è iniziato, con buone prospettive, il procedimento penale per abuso edilizio e l’impianto resta sotto sequestro.
Tuttavia, ad ogni cosa possiamo attribuire significati diversi ed allora bisogna scandagliare i mille significati che l’andare in bicicletta può avere anche rispetto ad un contesto particolare qual è la lotta No MUOS.
Intanto la bicicletta è un mezzo ecologico il che si sposa perfettamente con la battaglia No MUOS che nasce come battaglia per la tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini. Bisogna ricordare che la principale preoccupazione dei Niscemesi riguarda l’effetto che nel lungo periodo l’inquinamento elettromagnetico può avere combinandosi con l’inquinamento chimico proveniente dal vicino polo petrolchimico di Gela. La bicicletta sarebbe il primo antidoto contro l’inquinamento prodotto dalle raffinerie.
Andare in bicicletta è espressione della libertà di movimento. E la libertà di movimento è ciò che noi rivendichiamo rispetto ad un territorio militarizzato al quale da tempo non ci si può avvicinare senza incorrere nei blocchi della polizia e dell’esercito e senza dovere dare spiegazioni su chi sei e dove stai andando.
La bicicletta è il mezzo migliore per godere del territorio ed ammirare il paesaggio ed il MUOS deturpa il paesaggio sottraendo territorio alla sua migliore fruizione. Vogliamo un territorio destinato al turismo, ed alla costruzione della pace non un campo militare ed un futuro scenario di guerra.
Infine non bisogna dimenticare che la bicicletta è sempre stata uno strumento di emancipazione sociale. Le prime biciclette hanno consentito anche alle classi sociali più umili spostamenti più rapidi e più veloci. Quindi, anche per gli operai, più tempo per stare con le famiglie, maggiore possibilità di partecipare ad incontri e riunioni sociali e politiche, finalmente possibilità anche per le famiglie più umili di potersi permettere, nei giorni festivi, spostamenti a scopo di svago.
Grazie alla bicicletta, si sono ritrovati sullo stesso mezzo, sulla strada il padrone e l’operaio e quest’ultimo, grazie alla propria propensione alla fatica è riuscito a farne strumento di rivalsa nei confronti del primo. I primi campioni del ciclismo provenivano da classi povere: erano i garzoni dei fornai o gli addetti alle consegne che mettevano a frutto la loro forza e la loro capacità di resistere al lavoro pesante.
Ma ancora oggi, nel vicino CARA di Mineo, avere una bicicletta rappresenta strumento di libertà dal caporalato e dallo sfruttamento. Chi ha una bicicletta può permettersi di scegliere dove lavorare senza essere costretto a sottostare alle regole dei caporali che vengono a prenderti in auto per portarti al lavoro decidendo chi, come ed a quali condizioni possa lavorare.
Quindi, anche la battaglia contro luoghi di segregazione quali il CARA di Mineo, ma in generale contro le politiche di esclusione riguardanti i migranti ed i richiedenti asilo che da sempre è entrata nell’agenda dei Comitati No MUOS, può trovare espressione in questa lunga passeggiata in bicicletta.
Ciascuno di noi, può trovare altri mille significati da attribuire alla propria presenza ad una passeggiata in bicicletta che vogliamo gioiosa, divertente, ma comunque, carica di motivazioni e messaggi.
Infine, non ultimo, il significato dell’inclusione: alla passeggiata possono partecipare tutti coloro che vogliono aggregarsi. Basta trovarsi ai punti d’incontro agli orari prefissati, con bicicletta e (si spera tutti) casco. Ovviamente, da Catania, si consiglia il percorso solo a chi sia veramente preparato. Altrimenti, basta trovarsi a Caltagirone o a Niscemi.
Che dire di più? Noi ci saremo pronti a lanciare un messaggio lungo 120 chilometri.
E la lunghezza del percorso induce un’ultima riflessione: NOI RESISTIAMO, CI SIAMO E CI SAREMO SEMPRE, NON CI STANCHEREMO MAI!!!
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