Questa mattina una delegazione del M5s, accompagnati dall’assessore Massimiliano Ficicchia del comune di Niscemi, ha effettuato un’ispezione alla base e al cantiere Muos. Ad aspettare i parlamentari 5 stelle i rappresentati della marina militare statunitense.
Nel corso della visita i marines Usa, tramite il portavoce Quintan Paul di Sigonella, hanno reiterato il carico di bugie a sostegno dell’installazione militare. I rappresentanti statunitensi hanno infatti sostenuto che i lavori sarebbero fermi, in ottemperanza della sentenza del Tar, con sprezzo del ridicolo visti i numerosi documenti che certificano la continuazione dei lavori nonostante la sentenza. Secondo il portavoce Usa le antenne dovrebbero essere attivate solo dopo il lancio del quarto satellite previsto a ottobre, dopo una fase di test. I discorsi rassicuranti degli Usa, che per l’occasione hanno spento e fermato i lavori nel cantiere, non rassicurano attivisti e popolazione. Le menzogne, smascherate dal lavoro dei tecnici, dal Tar e dagli attivisti, mirano a tranquillizzare la popolazione tramite la falsificazione costante di dati e fatti.
Dal lungo incontro però è emerso un particolare non indifferente: gli Usa hanno ammesso che l’attuale sistema NRTF, già attivo dal 1992, non verrà dismesso dopo l’installazione del Muos. Cade finalmente anche l’ultima bugia Usa, presente anche nella richiesta di autorizzazione alla Regione Sicilia, che vorrebbe il Muos come un “miglioramento tecnologico” delle antenne già esistenti.
I diversi studi effettuati da importati fisici dimostrano la pericolosità delle emissioni elettromagnetiche del sistema NRTF, in particolare l’antenna a bassa frequenza di 150 metri, che regolarmente sfora i limiti elettromagnetici previsti dalla legge. Al pericoloso impianto è ormai ufficiale che si affiancherà, e non sostituirà, il Muos. Una menzogna che ancora una volta ci dimostra quanto i c.d. “alleati” giochino sporco con lo stato italiano.
Gli attivisti, presenti numerosi ai cancelli, hanno inoltre dimostrato come la presenza nel territorio della base Usa ponga gravi problemi alla libertà di circolazione delle persone. All’uscita dall’ispezione i parlamentari 5 stelle hanno dovuto aspettare mezz’ora a causa del rifiuto dei marines di aprire i cancelli in presenza di attivisti No Muos. I parlamentari di fatto sono stati “sequestrati” per 30 minuti in balia dei rigidi protocolli Usa sulla sicurezza. Un’azione, quella degli attivisti, che ricorda quanto sia pesante per il territorio il peso da pagare ogni giorno a causa della militarizzazione del territorio.
Contro le bugie e l’arroganza Usa ci vediamo il 4 aprile alla manifestazione No Muos!
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