La NATO decide di allungare le piste della base di Sigonella per i decolli e gli atterraggi dei velivoli tanker destinati a rifornire in volo i cacciabombardieri alleati; l’Aeronautica Militare italiana pensa agli espropri dei terreni e due ufficiali provano a farci la cresta; il nonagenario patron dell’editoria e dell’imprenditoria siciliana dice no ma alla fine ottiene e intasca il massimo dall’affaire.
Può sintetizzarsi in questo modo la prima tranche dell’inchiesta giudiziaria della Procura della Repubblica di Catania sull’iter espropriativo di poco meno di un centinaio di ettari di terreni agricoli, nel comune di Lentini, che saranno inglobati alla stazione aeronavale di Sigonella, l’hub operativo delle forze aeronavali di Stati Uniti d’America, Nato, Unione europea/Frontex e Italia che dopo aver assunto il ruolo di capitale mondiale dei droni aspira a divenire una piattaforma avanzata degli aerei-cisterna da oltre 100.000 kg di gasolio per jet.
Sabato 16 ottobre la Guardia di finanza ha dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti del tenente colonnello Matteo Mazzamurro e del luogotenente Giuseppe Laera, in servizio al 3° Reparto Genio dell’Aeronautica Militare di Bari, per “istigazione alla corruzione nell’ambito della procedura di esproprio per pubblica utilità di terreni privati” in vista della realizzazione del programma di potenziamento a finanziamento NATO della base aerea di Sigonella (progetto Capability Package 9A1301 Air-to-air refeuelling assets). L’ordinanza è stata emessa dal Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Catania, dott.ssa Marina Rizza.
Secondo quanto riportato dagli inquirenti, i due militari dell’Aeronautica, deputati a seguire l’iter amministrativo di tutta la procedura di esproprio di una vasta area confinante con la base di Sigonella, nonché firmatari delle relazioni tecnico-illustrative allegate ai decreti di esproprio, avrebbero sollecitato il commercialista Michele Massimiliano Micale, collaboratore di fiducia dell’ex editore ed ex direttore de La Sicilia, Mario Ciancio Sanfilippo (legale rappresentante della Sater S.r.l. di Catania, la società proprietaria dei terreni), a versare una somma di denaro in contanti, garantendo in cambio molteplici vantaggi quali un indennizzo maggiore per gli espropri (fino a 35.000 euro per ettaro rispetto ai valori di mercato di 18.000 circa); l’ampliamento, rispetto al progetto originario, dell’area da espropriare, “così da garantire un maggiore vantaggio al privato, con conseguente aumento della spesa pubblica”; il celere riconoscimento dell’indennità di esproprio, evitando così ogni il contenzioso con la Pubblica amministrazione.
“Le indagini hanno consentito di accertare che i pubblici ufficiali sottoposti a indagine, in cambio della messa a disposizione della loro funzione, hanno, in più occasioni, richiesto al proprietario del terreno un illecito compenso, stabilito mediante un tariffario che prevedeva una percentuale (dall’1 al 3 per cento), in base all’aumento di valore dell’indennità di esproprio”, si legge nell’ordinanza di custodia cautelare del Gip di Catania.
L’intera vicenda si è consumata in meno di 15 mesi. Nella primavera del 2020, in pieno lockdown per la pandemia da Covid-19, su richiesta dell’Alleanza Atlantica il governo italiano avviava l’iter di esproprio dei terreni a Sigonella, nell’ambito dell’implementazione del progetto di potenziamento della rete infrastrutturale preposta al rifornimento aria-aria degli assetti aerei NATO.
Il 13 maggio veniva emesso dal Direttore generale del Ministero della Difesa il decreto di Pubblica utilità di alcuni terreni di proprietà privata confinanti con le aree est ed ovest dello scalo militare siciliano, ricadenti quasi per intero nel territorio del Comune di Lentini e in minima parte in quello di Catania. Il 4 giugno, la Sater – Società Agricola Turista Etna Riviera S.r.l., riceveva una lettera dal 3° Reparto Genio dell’Aeronautica in cui si chiedeva un incontro con gli amministratori. L’incontro si svolgeva la mattina del 17 giugno negli uffici di Mario Ciancio Sanfilippo in viale Odorico di Pordenone a Catania; oltre all’anziano imprenditore, vi partecipavano il tenente colonnello Matteo Mazzamurro e il luogotenente Giuseppe Laera.
“Questi ultimi comunicavano che sarebbe stato riconosciuto alla società un indennizzo pari al valore di mercato dei terreni da espropriare”, annotano gli inquirenti. “Il Ciancio Sanfilippo a sua volta manifestava la propria insoddisfazione circa la proposta di esproprio prospettata, adducendo che la proprietà fondiaria della Sater, dell’estensione complessiva di 110 ettari, era adibita ad attività agricola e che pertanto l’esproprio parziale di tale area, peraltro ad un prezzo di mercato ad avviso dello stesso non congruo rispetto al valore effettivo dei terreni, avrebbe comportato un evidente danno economico, sicché in tal caso la Sater S.r.l. avrebbe fatto ricorso alla competente autorità giudiziaria”.
Dalle parole ai fatti: i legali della società catanese proposero ricorso al TAR Sicilia per ottenere l’annullamento del decreto di Pubblica utilità per l’esproprio dei terreni di Sigonella. Tuttavia il 21 ottobre 2020 la Sater trasmetteva al 3° Reparto Genio una lettera con la quale proponeva l’estensione della superficie oggetto della procedura in modo da ricomprendervi l’intera area agricola (ad uso seminativo) di proprietà, manifestando al contempo, qualora la detta proposta fosse accolta, la propria volontà di rinunciare al ricorso al TAR. Il 23 aprile del 2021 il commercialista Michele Massimiliano Micale veniva contattato dal luogotenente Laera per un incontro che avveniva nella stessa giornata. Tre giorni dopo il Micale si recava al Comando della Guardia di finanza di Catania per denunciare l’istigazione alla corruzione da parte del militare e consegnava altresì una chiavetta USB con la registrazione del colloquio di giorno 23.
“Appare evidente dal tenore della conversazione come il Laera abbia prospettato al suo interlocutore l’opportunità di ottenere un indennizzo per l’espropriazione dei terreni di importo più elevato rispetto a quello di mercato originariamente convenuto senza ricorrere all’Autorità giudiziaria”, si legge nell’ordinanza di custodia cautelare. “Il Laera richiedeva però, quale duplice controprestazione, che la Sater si avvalesse della consulenza del prof. Giuseppe Caruso, il quale avrebbe messo loro a disposizione le sue cointeressenze con gli uffici ministeriali, e che si prevedesse altresì a corrispondere un compenso anche ai referenti romani, ministeriali e/o militari, e rappresentando altresì l’urgenza di concludere l’affare entro l’anno per l’imminente pensionamento del referente a Roma che tratta queste pratiche”.
Nel corso del colloquio, il collaboratore di fiducia di Mario Ciancio Sanfilippo faceva tuttavia presente al luogotenente Giuseppe Laera che la società Sater stata facendo un’operazione per il fotovoltaico in un terreno di proprietà di 80 ettari, ottenendo per la vendita ben 48.500 euro per ettaro. Un modello, quello della conversione di vaste aree della campagna siciliana alla produzione di energia dal fotovoltaico, altamente devastante dal punto di vista socio-economico e paesaggistico e che i due stessi interlocutori definivano del tutto drogato. “Ho già fatto due impianti. Uno l’ho fatto a Sigonella che c’è, è esistente”, spiegava il Micale. “Quello aldilà del fiume lo abbiamo fatto noi e uno su Centuripe, già otto anni fa, e ne stiamo facendo un altro di 90 ettari, però in un’altra zona completamente…”.
Tredici giorni dopo l’incontro tra il militare dell’Aeronautica e il commercialista della Sater S.r.l. (5 maggio 2021), il Ministero della difesa emetteva un nuovo decreto di Pubblica utilità per l’ampliamento di Sigonella che apportava alcune importanti novità alla procedura di esproprio. In particolare veniva aumentata da 60 a 76 ettari la superficie dei terreni da espropriare di proprietà di Ciancio Sanfilippo e veniva incrementato il loro valore da 1.800.000 a 2.500.000 euro.
Era lo stesso Giuseppe Laera a spiegare ancora a Michele Massimiliano Micale le ragioni alla base della decisione in un colloquio intercettato dagli inquirenti, il 29 maggio. “Quanto all’aumento di superficie, si era in effetti inteso agevolare la Sater aggiungendo ulteriori appezzamenti di terreno a quelli oggetto della procedura, in aderenza a quanto richiesto da Mario Ciancio Sanfilippo”, scrivono gli inquirenti. “Quanto invece all’incremento di valore dei terreni, si trattava in realtà di un mero appostamento contabile in bilancio di somme da destinare all’iter procedurale nel suo complesso, che teneva anche conto delle indennità da corrispondere agli altri proprietari confinanti, parametrate sul valore di 17.800 euro ad ettaro individuato per i terreni agricoli, essendo invece la determinazione dell’indennità da corrispondere in concreto demandata alla fase successiva alla redazione del verbale di consistenza”.
Nel corso dello stesso colloquio il luogotenente Laera proponeva al Micale alcune soluzioni finalizzate ad ottenere una stima dei terreni superiore a quella ufficiale indicata dal Ministero, “consigliandogli a tal fine di munirsi di una perizia ad ampio spettro che contemplasse sia gli aspetti valutativi di carattere più strettamente agrario, che il contributo dell’agronomo che giustificasse una consistenza di valore più elevato dei fondi, sia i profili valutativi di carattere più marcatamente industriale, con il contributo di un economo che accentuasse la svalutazione aziendale conseguente all’esproprio di parte dell’area evidenziandone al contempo la possibile destinazione ad impianto fotovoltaico”. Il militare consigliava infine “di rivolgersi al professionista da lui indicato nel corso del precedente incontro, che avrebbe consentito una rapida e favorevole definizione della procedura, e sollecitando ancora una volta il Micale a decidere se accettare o meno i suoi suggerimenti in tempi brevi in considerazione della ormai prossima sostituzione del dirigente ministeriale avvicinabile con altra dirigente definita una burocrate che non arriva a capire che è meglio un discorso in positivo e non avere… contenziosi”.
L’arresto dei due ufficiali del 3° Reparto Genio di Bari ha avuto un’ampia copertura mediatica, sia per la portata dell’affaire di Sigonella, ma soprattutto per la rilevanza e l’encomiabile comportamento dei responsabili della società proprietaria dei terreni. “L’inchiesta è stata aperta dalla Procura distrettuale etnea dopo la denuncia di un collaboratore della società, che ha agito su input dell’amministratore unico della Sater, l’editore Mario Ciancio Sanfilippo, che nell’inchiesta è parte lesa”, scrive il quotidiano La Sicilia di cui lo stesso imprenditore è stato proprietario e direttore responsabile sino al sequestro dei beni ordinato il 24 settembre 2018 dal Tribunale di Catania su richiesta della Direzione distrettuale antimafia (la confisca è stata però annullata il 24 marzo 2020 dalla seconda sezione penale della Corte d’Appello poiché non è stata “provata alcuna sproporzione tra redditi legittimi e beni mobili o immobili” e per la “mancanza di pericolosità sociale” del Ciancio).
“L’indagine sugli espropri di Sigonella parte dal senso del privato contro la criminalità della richiesta e dalla volontà di non soggiacervi”, ha spiegato il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Catania, dottor Carmelo Zuccaro, durante la conferenza stampa organizzata poche ore dopo l’arresto dei due militari. “E teoricamente era una richiesta che alla società sarebbe convenuta: avrebbe percepito una somma maggiore che sarebbe stata a carico dello Stato. Sappiamo che il collaboratore della Sater ha avuto per la denuncia il consenso dell’amministratore unico della società, Mario Ciancio Sanfilippo”. Nel corso della stessa conferenza stampa, i magistrati catanesi hanno aggiunto che le indagini “hanno avuto anche la collaborazione del ministero della Difesa e dell’Aeronautica militare”, mentre sarebbero ancora in corso “verifiche sulla posizione di altri proprietari di terreni adiacenti alla base di Sigonella”.
Alla luce di quanto avvenuto però poco prima dell’arresto dei due militari responsabili dell’iter espropriativo e dell’ufficializzazione delle indagini, l’enfasi mostrata da media e magistrati appare perlomeno eccessiva. Sembra invece che tutti siano arrivati fuori tempo massimo: l’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal GIP l’11 ottobre e gli arresti e la relativa conferenza stampa sono avvenuti giorno 16. Dopo cioè che il 6 ottobre 2021 il Segretario generale e direttore armamenti del Ministero della difesa, generale Giancarlo Gambardella ha firmato il decreto di designazione e approvazione delle tabelle descrittive e il piano particellare di esproprio dei terreni in cui saranno realizzate le nuove piste di Sigonella. Il decreto, pubblicato all’albo pretorio del Comune di Lentini il 13 ottobre 2021, fa proprie tutte le migliorie proposte dai militari dell’Aeronautica ai proprietari terrieri.
Le tabelle allegate recano la data del 22 settembre 2021 e le firme del compilatore Giuseppe Laera, del capo ufficio demanio Matteo Mazzamurro e del comandante colonnello Antonio Giura (estraneo alle indagini in corso, nda). Viene disposto per la Sater – Società Agricola Turistica Etna Riviera di Catania l’esproprio di 76 ettari di terreni seminativi-irrigui con l’indennità capitale offerenda di 2.573.894 euro. Otto ettari di terreno saranno espropriati invece alla signora Angela Maria Sportaro di Catania con l’indennità di 301.232 euro e poco meno di tre ettari a Paolo Capizzi, originario del comune nebroideo di Floresta (196.255 euro).Se l’esito dell’iter è questo c’è da chiedersi allora come, quando e quanto avrebbero “collaborato” alle indagini il Ministero della difesa e l’Aeronautica militare. Aldilà dei risvolti giudiziari a Catania, il governo Draghi, il ministro Lorenzo Guerini e il Capo di Stato maggiore gen. Alberto Rosso hanno il dovere di spiegare immediatamente in Parlamento e ai cittadini italiani quanto avvenuto a Sigonella. E sull’affaire farebbe pure bene a intervenire la Corte dei Conti.
Tratto dal blog di Antonio Mazzeo
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