Quasi un miliardo il costo complessivo per l’Italia dell’aiuto militare all’Ucraina (Fonte Milex Osservatorio sulle spese militari) mentre i venti di guerra sono sempre più forti e minacciano di travolgere l’intera Europa.
La pace “positiva” non può nascere da manifestazioni militaresche sempre più legate alla propaganda di guerra imperante. Gli eserciti diventano sempre più visibili con iniziative tutte mirate a coinvolgere la popolazione, a partire dalla presenza nelle scuole e ora nelle piazze.
Si sta spianando la via alla guerra passo dopo passo, con il beneplacito e il concorso delle istituzioni pubbliche che invece dovrebbero essere sempre più orientate all’antimilitarismo e alla costruzione di modelli alternativi a quelli bellici.
Continua la forte repressione nei confronti degli attivisti No MUOS, nel frattempo, per spaventare e scoraggiare chi non accetta la presenza del MUOS, di Sigonella, di basi e armi nucleari in Sicilia e ora anche la propaganda militaresca farcita di presunte aspirazioni pacifiste.
La pace si costruisce con il disarmo, con la dismissione di basi militari, con l’inversione di rotta nelle spese militari (per il 2023, sempre secondo Milex, la previsione è di circa 26 miliardi) e con percorsi educativi realmente improntati al rifiuto della guerra.
Comitato No Muos No War Piazza Armerina
Parole chiare e più che mai opportune in questo frangente storico di guerre guierreggiate, di impinguamento degli arsenali militarie e, dunque, di spese ancor più ingenti dirette e/o intenzionate a scopi sostanzialmente bellici, oltre che di “risistemazione” dei sempre meno incerti equilibri di “potere/potenza” e, pertanto, anche di più o meno aggessive influenze volte a stabilizzare vecchi o ulteriori coinvolgimenti nel panorama geopolitico mondiale.