Quanto è distante il rischio? Appena 22 chilometri, vale a dire la distanza che intercorre dall’epicentro del terremoto che ieri ha spaventato mezza Sicilia e il Muos, il sistema di telecomunicazioni satellitare che sorge all’interno della riserva naturale della Sughereta, nel territorio di Niscemi.
Il movimento No Muos ha sempre contestato le affermazioni dell’Avvocatura dello Stato durante il procedimento di fronte al Consiglio di Giustizia Amministrativa di Palermo.
Nonostante la zona intorno al Muos sia dichiarata dalla Protezione Civile “area 2”, cioè soggetta a possibili forti terremoti, l’avvocatura dello Stato (italiano, ça va sans dire) ha ripetutamente affermato che la base militare di contrada Ulmo non si trova in un’area a rischio sismico.
Il CGA, incredibilmente, ha accolto tale tesi nonostante sia EVIDENTE da tutti i documenti la pericolosità dell’area.
Il movimento No Muos ha più volte sostenuto, portando a supporto delle proprie tesi documenti di scienziati e geologi, che l’opera avrebbe dovuto considerarsi abusiva in quanto priva (tra le altre) delle autorizzazioni sismiche richieste invece regolarmente nel caso sia un cittadino a dover costruire un manufatto qualsiasi.
Ancora una volta tutto è concesso agli Stati Uniti, anche a costo di mettere a repentaglio la salute dei cittadini siciliani.
Non vorremmo cadere nell’insopportabile sindrome del “ve l’avevamo detto” come spesso accade con le istanze dei movimenti. Basterebbe ascoltare le migliaia di cittadini che, per anni, si sono battuti per far abbattere un’opera abusiva.
Abbiamo raccolto tutti gli articoli riguardanti i nostri ricorsi che dimostrano la pericolosità e la sismicità dell’area:
6 febbraio 2016
Muos, terremoto vicino alla base americana
Fu costruito senza certificazione antisismica
Ieri mattina, in contrada Ulmo, è stata registrata una scossa di magnitudo 2.7 con epicentro a poca distanza dall’impianto satellitare.
Nonostante per la protezione civile Niscemi – in tema di rischio sismico – si trovi in zona 2, il ministero della Difesa ha sempre sostenuto che da queste parti il pericolo non sia elevato
Il Muos trema, letteralmente. Ieri mattina, intorno alle 8,45, un terremoto di magnitudo 2.7 è stato registrato a Niscemi. La scossa è avvenuta a una profondità di 31 chilometri, con epicentro in contrada Ulmo, a poche centinaia di metri dall’impianto satellitare statunitense. L’evento riporta al centro dell’attenzione le condizioni che hanno caratterizzato la realizzazione delle parabole all’interno della base americana. Tra le quali, la mancanza di un’autorizzazione antisismica. Nonostante sia stato più volte sottolineato che una forte scossa potrebbe cambiare l’angolazione delle antenne.
L’assenza della certificazione – confermata nelle scorse settimane dall’esame dei dati progettuali che l’ambasciata Usa ha trasmesso ai verificatori, deputati a valutare gli effetti del Muos – è soltanto uno degli aspetti che, a detta dei legali del coordinamento regionale No Muos, renderebbe abusivo il sito. D’altro canto, il pericolo terremoto a Niscemi è uno dei temi che in questi anni ha tenuto banco: infatti, nonostante la protezione civile inserisca la cittadina nissena in zona 2, ovvero quella in cui «possono verificarsi forti terremoti», il ministero della Difesa – che indirettamente rappresenta gli interessi degli Stati Uniti – ha sottolineato, tramite l’Avvocatura dello Stato, la rarità dei sismi a Niscemi.
Adesso, però, il terremoto c’è stato e la sua lunghezza d’onda, con molta probabilità, finirà fino ai tavoli del Consiglio di giustizia amministrativa. Da dove il 25 febbraio potrebbe arrivare l’ennesimo pronunciamento sulla legittimità del sito militare. Il Cga, infatti, dovrà esprimersi alla luce della relazione prodotta nelle settimane scorse dal collegio di esperti, nominato a fine 2015, con il compito di misurare sul campo le emissioni delle antenne. Il lavoro dell’equipe – formata da due professori universitari e tre delegati dei ministeri Sanità, Ambiente e Infrastrutture – è stato però condizionato dall’impossibilità di effettuare i test, dovuta sia all’assenza di dovute precauzioni per la popolazione che alla mancata taratura della strumentazione che avrebbe dovuto utilizzare l’Arpa.
Ciò, come detto, ha fatto sì che i verificatori abbiano preso in esame soltanto i dati progettuali forniti dagli Usa. Documentazione, però, che già in passato era stata oggetto di critiche, come nel caso dell’improvvisa variazione della potenza massima indicata dai progettisti. Che nel 2013 è passata, senza alcuna particolare spiegazione, da 1600 a 200 watt. Ma anche dell’assenza di certificazione antisismica. Nonostante, a Niscemi, i terremoti avvengano.
19 gennaio 2016
Muos costruito senza autorizzazione antisismica
Dubbi anche sulla massima potenza dichiarata
Da ieri sul tavolo dei verificatori ci sono i dati, forniti dall’ambasciata Usa, per valutare la pericolosità dell’impianto di Niscemi. In assenza di misurazioni, ci si baserà sul progetto. Che però, come denunciato negli anni scorsi, sembra deficitario in più punti. A sviluppare il modello previsionale sarà il consulente della Difesa
Attesa e imbarazzo. Sono questi gli elementi che caratterizzano in queste ore le vicende legate al Muos, e nello specifico il lavoro del collegio dei verificatori che, tra ieri e oggi, ha preso in esame la documentazione fornita dall’ambasciata statunitense sull’impianto satellitare di Niscemi. In principio, l’oggetto dello studio sarebbero dovuti essere le misurazioni sul campo prescritti a novembre dal Cga e per i quali lo stesso Consiglio di giustizia amministrativa ha nominato l’equipe di esperti. I controlli però – previsti per il 13 e 14 gennaio, con l’accensione alla massima potenza delle parabole – non si sono svolti. E questo per un motivo che ha lasciato stupiti i più: l’impossibilità di attuare adeguate misure precauzionali per la popolazione.
Nell’ultima settimana, tuttavia, di retroscena ce ne sono stati altri. Come la scoperta della mancata taratura della strumentazione che l’Arpa avrebbe dovuto utilizzare nel sito di contrada Ulmo, con l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente impossibilitata a ottenere per tempo la regolazione degli analizzatori di spettro. I motivi di imbarazzo, però, non finiscono qui. In attesa di conoscere i contenuti della relazione dei verificatori, le prime indiscrezioni parlano della mancanza – già denunciata negli anni scorsi dai legali del comitato No Muos – delle autorizzazioni antisismiche. In altre parole, il Muos, pur trovandosi in una zona a elevato rischio terremoti, è stato realizzato senza che nel progetto venissero considerati i dovuti accorgimenti previsti dalle norme in materia. Davanti a questi rilievi, da parte del ministero della Difesa – che nel procedimento difende indirettamente gli interessi degli statunitensi – sarebbe arrivata la rassicurazione secondo cui la pratica in oggetto sarebbe ferma in uno studio napoletano e in procinto di essere recapitata alle parti.
Ma a far discutere maggiormente rimane la questione emissioni. Come detto, i verificatori dovranno pronunciarsi sulla pericolosità del Muos non più su dati sperimentali ma su proiezioni basate sul progetto. Attorno a quest’ultimo punto, però, si sviluppa l’ennesimo nodo: mentre il progetto originario prevedeva una potenza massima per le parabole di 1600 watt, nel 2013 il dato è stato drasticamente ridotto a 200. A chiedersi il perché di questa correzione fu all’epoca anche l’Istituto superiore della sanità incaricato di pronunciarsi sui possibili effetti del Muos: «Ci si riferisce al valore della potenza massima dichiarata […] – si legge a pagina 11 della relazione – del quale si è constatato esistere due versioni dallo stesso titolo e riportanti la stessa data, la prima fornita […] dall’ambasciata Usa, la seconda allegata al progetto». Inoltre, se in un caso il valore della potenza dichiarato è, per l’appunto 1600 watt, nell’altro i calcoli forniti dagli americani sono ottenuti basandosi su una potenza di 138,04 watt. La cifra, infatti, viene arrotondata in un secondo momento, quando l’Istituto superiore della sanità chiede lumi su quelle discrepanze: «Sono stati pertanto chiesti chiarimenti all’ambasciata Usa, che ha precisato che il valore di potenza da considerare è 200 watt».
A completare il quadro, infine, la notizia riguardante il modello previsionale che verrà prodotto a sostegno della relazione dei verificatori. Il modello – una proiezione concreta delle azioni delle parabole in compresenza con le altre 46 antenne già attive a Niscemi – verrà sviluppato da Agostino Monorchio, stimato docente di Campi elettromagnetici presso l’università di Pisa ma, soprattutto, consulente di parte del ministero della Difesa. La motivazione che ha portato a questa decisione, a quanto pare, riguarda anche in questo caso la ristrettezza dei tempi a disposizione del collegio che non ha potuto affidare a un attore terzo lo sviluppo dei dati americani.
31/12/2017
Scossa di terremoto 2.3 nel nisseno: “sentita” a Gela e Niscemi
Una scossa di terremoto di livello 2.3 sulla scala Richter ha interessato la zona di Caltanissetta. L’evento tellurico in Sicilia è stato registrato dall’INGV alle 8, 44 minuti e 23 secondi di domenica 31 dicembre ad una profondità di 26 km.
I comuni coinvolti dal terremoto, entro 20 km dall’epicentro sono: Niscemi, Acate, Mazzarrone, Caltagirone, Gela, San Michele di Ganzaria e San Cono; sette comuni che contano circa 162.900 abitanti. Le province interessate dal sisma sono tre: Caltanissetta, Ragusa e Catania.
Tratto da: https://www.ilfattonisseno.it/2017/12/scossa-di-terremoto-2-3-nel-nisseno-sentita-a-gela-e-niscemi/
02/07/2015
Muos e aree sismiche – contributo del geologo Mario Tommasi
Nelle memorie di replica presentate dall’Avvocatura dello Stato nel corso del procedimento davanti al Cga di Palermo l’avvocato Pollara, in qualità di difensore del Minstero della Difesa, dunque del Muos, ha tentato in poche righe di dimostrare la non sismicità dell’area in cui è stato costruito il Muos.
Riportiamo le parole dell’Avvocatura dal testo originale:
Dunque, secondo il Ministero della Difesa, attraverso queste due righe sarebbe possibile dedurre che l’area in cui sorge il cantiere non ricade in zona sismica.
Ricordiamo che da sempre i nostri tecnici denunciano la pericolosità dell’area a causa dell’indice di sismicità. Eventuali scosse di terremoto potrebbero causare infatti un’inclinazione delle antenne, il cui angolo di puntamento è già sufficientemente basso, determinando un pericoloso errore di puntamento che potrebbe consentire l’irraggiamento diretto del fascio di emissione del Muos a persone, flora e fauna, con danni permanenti a causa della potenza del raggio.
Ma davvero il Muos sorge in un’area non rientrante tra quelle ritenute a rischio sismico. Le parole del Ministero della Difesa non hanno convinto e abbiamo chiesto un parere a un esperto. Dall’avvocatura ci saremmo aspettati un maggior rigore scientifico. Chi avrebbe registrato i “micro-terremoti”? La sismicità di un’area si misura davvero attraverso il ricorso alla statistica oppure esistono indici territoriali di sismicità.
L’abbiamo chiesto al geologo niscemese Mario Tommasi che ringraziamo per la seria e puntuale relazione:
Quotidianamente i sismografi dell’INGV registrano scosse e microtremori. Non per questo se in un anno solare, o più di uno, non si registrano scosse il grado di sismicità di quel territorio perde efficacia. Esso viene statuito con apposito decreto e solo con un altro decreto un territorio può essere declassato.
I recenti terremoti (a memoria d’uomo) che hanno colpito Umbria, Emilia, Molise, Toscana e, ancora più in basso, l’Aquila, hanno dato vita a norme ancor più restrittive rispetto al passato per salvaguardare e ridurre al minimo il rischio in termini di perdite di vite umane.
Niscemi città ed il suo territorio sono stati dichiarati sismici con D.M. LL.PP. 23/09/1981 e per effetto di detto decreto Niscemi è stata inserita nell’elenco delle località sismiche di II categoria con specifici parametri:
S = 9 (Grado di sismicità) C = (S – 2) : 100 = 0.07 (Coefficiente di Intensità Sismica)
Gli eventi sismici pocanzi citati hanno determinato un aggiornamento dell’elenco delle località sismiche. Non solo nel nuovo elenco sono stati riconfermate le località sismiche ma, ad esse, ne sono state aggiunte altre che prima non lo erano.
Nello specifico Niscemi ha mantenuto la particolarità di Zona sismica per effetto della recente Ordinanza P.C.M. n. 3274 del 20.03.2003, e attualmente il suo territorio continua ad essere indicato come appartenente alla Zona 2.
Tale provvedimento si è reso necessario in quanto questo territorio, sia per il suo contesto tettonico
(configurazione geologico-strutturale) che per la sua pertinente ed intrinseca storia sismica, è stato
oggetto di eventi sismici di intensità piuttosto elevata (terremoto 1693 e terremoto di Santa Lucia del 1990).
Secondo la più recente normativa sismica:
O.P.C.M. n. 3274 del 20/03/2003, recepita dalla Regione Sicilia con D.G.R. n. 408 del 19/12/2003;
O.P.C.M. n. 3431 del 03/05/2005, di modifica alla precedente ordinanza;
O.P.C.M. n. 3519 del 28/04/2006,
l’intero territorio nazionale è stato suddiviso in zone sismiche, ciascuna delle quali contrassegnata da un diverso valore del parametro ag (accelerazione orizzontale max al suolo di cat. “A” – p.to 3.1 dell’ordinanza), stabilendone i livelli di pericolosità.
Nel nostro caso il territorio di Niscemi appartiene alla Zona 2 per la quale è prevista un’accelerazione orizzontale max di 0,25g (con riferimento ad un suolo tipo A).
L’O.P.C.M. n. 3519/06 ha stabilito i nuovi criteri di calcolo per valutare la pericolosità sismica di una zona da esprimere in termini di frazione dell’accelerazione di gravità g (ag) ed il territorio di Niscemi è stato ridefinito in funzione della Carta della Pericolosità Sismica Nazionale di base (OPCM n. 3519/06), esplicando i criteri per l’individuazione delle zone sismiche, la formazione e l’aggiornamento degli elenchi delle singole zone. In questo modo i valori di ag sono stati determinati su una griglia con passo 0.05° (lato 7,5Km) che copre il territorio nazionale e le zone 1 – 2 e 3 suddivise in sottozone.
La sismicità del territorio niscemese è stata dunque confermata dalle recenti novità legislative. L’avvocatura dello Stato, piuttosto che limitarsi a esprimere giudizi non avvalorati da alcun dato normativo e/o scientifico, farebbe bene a valutare in modo accorto una vicenda in cui in gioco vi è la sicurezza e la salute dei cittadini.
Secondo l’avvocatura dunque sbagliano i cittadini e gli enti pubblici niscemesi nell’applicare la normativa antisismica? O forse è una misura troppo restrittiva anche per gli edifici scolastici, le abitazioni e gli uffici dato che “l’unica scossa registrata è del novembre 2013 di magnitudo 2?
Non è che questo particolare modo di considerare la sismicità vale solo per il Muos?
Tratto da: https://www.nomuos.info/muos-e-aree-sismiche
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