Oggi, con grande enfasi, la stampa riporta la notizia dell’imminente apertura dell’Aeroporto di Comiso.
Si tratta di uno scalo di grande importanza per la Sicilia, che potrebbe costituire una valida alternativa all’Aeroporto di Catania quando questo è chiuso per emissioni di cenere lavica.
Tuttavia un’ombra si leva circa l’effettiva possibilità di utilizzare l’Aeroporto di Comiso come preannunciato dalla Regione. A levare il grido d’allarme sono gli Avvocati Paola Ottaviano e Sebastiano Papandrea, consulenti del Coordinamento Regionale Comitati No MUOS.
Il corretto funzionamento dell’Aeroporto di Comiso potrebbe, infatti, essere posto in dubbio proprio dalla realizzazione dell’Installazione Statunitense. Ricordano i legali come, uno dei motivi di revoca da parte della Regione delle autorizzazioni ambientali relative al MUOS riguardasse proprio le possibili interferenze con l’Aeroporto di Comiso. Nel ricorso promosso dal Ministero della Difesa contro la Regione per l’annullamento delle suddette revoche l’Avvocatura dello Stato, che difende il Ministero, non ha mai smentito la possibilità di interferenze, limitandosi ad affermare che tanto l’Aeroporto di Comiso fosse stato aperto solo per il volo inaugurale.
A questo punto, prima che succeda una nuova Ustica, sarebbe opportuno che fosse chiarito se la realizzazione del MUOS interferisca o meno con le apparecchiature dei velivoli diretti all’Aeroporto di Comiso e con quelle dell’Aeroporto stesso.
7 giugno 2013 Avvocati Paola Ottaviano e Sebastiano Papandrea,
consulenti del Coordinamento Regionale Comitati No MUOS
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