Ore 19.30 – interventi in piazza Vittorio Emanuele conclusi. Si rimane in piazza per cenare e per i concerti previsti. Si conclude così il 15 maggio nomuos, con grande soddisfazione e determinazione di tutte e tutti. Avanti No MUOS, la lotta non si arresta!
Ore 19.25 – presenti in piazza, salutano le Mamme No-Inceneritore di San Filippo del Mela
Ore 19.15 – un saluto dalla delegazione notav valsusina che oggi ha deciso di partecipare e di condividere un’altra piazza insieme a noi. La loro presenza testimonia come, oggi più di prima, i territori che lottano sono vicini e uniti: “Ognuno di noi ha un compito: svegliare cento coscienze.”
Ore 19.10 – da Piazza Vittorio Emanuele, Pippo – Coordinamento dei Comitati nomuos: “Da Parigi a Niscemi, oggi gemellate, c’è una risposta alle politiche aggressive e di guerra. Salutiamo tutte le delegazioni intervenute qui oggi, anche i Notav che si son fatti tutti questi kilometri. Perché tanta fretta al CGA? Perché devono fare la sporca guerra, ci sono i petrolieri che hanno chiamato Renzi a difendere i pozzi di petrolio… questi sono gli sporchi interessi che stanno dietro alla fretta e alla stampa di regime, e dietro a certe sentenze vergognose. Il PD è il vero responsabile oggi di queste storture, questa combriccola asservita ai mercanti di armi, che sta facendo pagare queste schifezze a Niscemi, alla Sicilia, al popolo tutto. Noi non deleghiamo a nessuno questa lotta, sia esso un giudice, un politico. La lotta è in mano al popolo, la lotta non si ferma perché la verità è da questa parte. E resisteremo, sempre, un minuto più di loro, finché non si riporteranno il MUOS a casa loro. La lotta continua e non si ferma. No MUOS ora e sempre!”
Ore 19.00 – in piazza Vittorio Emanuele, Nello Papandrea – Avv. No MUOS sta relazionando sulla sentenza del CGA: “Ci deve essere sempre l’azione di piazza, del movimento, perché una soluzione non può provenire solo ed esclusivamente da una sede giudiziaria, ma deve provenire dalla voce e dalle richieste di tutti, perché questa è anche una lotta politica. Per il resto ci stiamo muovendo anche in sede legale perché vengano fuori tutte le contraddizioni che stanno dietro questa sentenza.”
Ore 18.55 – Da piazza Vittorio Emanuele, Silvia – Comitato Mamme NoMUOS Sicilia: “Una frase di Martin Luther King vogliamo ricordare: ‘può darsi che non siate responsabili per la situazione in cui vi trovate, ma lo diventerete se non fate nulla per cambiarla.‘
Per lottare non ci vogliono tutti i presupposti, per lottare dobbiamo essere pronti a determinare il cambiamento. Oggi noi ci siamo, e non ci fermiamo.”
Ore 18.40 – si conclude in Piazza Vittorio Emanuele la manifestazione di oggi, che ha visto 3.000 persone attraversare Niscemi e rilanciare la lotta contro il MUOS. Adesso in piazza gli interventi di diversi comitati No MUOS. A seguire, concerti.
Ore 18. 20 – in prossimità della conclusione del corteo, Fabio del Comitato nomuos di Niscemi, ringrazia chi ha deciso di partecipare oggi alla manifestazione e rilancia la lotta contro il MUOS(tro) di Niscemi
Ore 17.50 – presente al corteo uno striscione No Frontex ed una delegazione notav.
Ore 17.20 – circa 3.000 persone in corteo adesso per le vie di Niscemi. Si susseguono gli interventi di attiviste e attivisti no MUOS dall’amplificazione alla testa del corteo.
Ore 17.15 – appena partito il corteo, Elvira del Comitato nomuos di Niscemi, ribadisce come sia responsabilità di chi abita i territori evitare che questi vengano militarizzati. La sughereta infatti ormai vive in un costante regime di militarizzazione, che impedisce agli stessi niscemesi di potervi passeggiare senza essere controllati a vista.
Ore 17.10 – “Unica sentenza – RESISTENZA” questo lo striscione di apertura del corteo
Ore 16.57 – parte il corteo da Piazza Vittorio Emanuele
Ore 16.30 – arrivati i pullman da Catania, Palermo, Messina, Ragusa, Caltagirone, Caltanissetta.
Ore 15.30 – si sistemano le ultime cose prima della partenza. Piazza Vittorio Emanuele inizia a riempirsi, in attesa della partenza del corteo.
Ore 13.00 – i primi manifestanti giungono a Niscemi. Il concentramento è previsto per le ore 16.00 in piazza Vittorio Emanuele.
Dall’appello per la manifestazione: “Abbiamo tracciato tutti i sentieri possibili di lotta. Li abbiamo denunciati nelle aule di tribunale. Li abbiamo bloccati nelle strade della Sughereta mettendoci i nostri corpi, beccandoci botte e denunce. Abbiamo invaso la base militare. Abbiamo occupato le antenne. Abbiamo tagliato le reti più e più volte. Abbiamo manifestato in contrada Ulmo, nelle città siciliane e in centinaia di altri luoghi. Abbiamo studiato ogni autorizzazione data e ad ognuna di esse ci siamo contrapposti, scovando sempre illeciti e pareri superficiali, se non proprio in malafede. Siamo stati presenti con svariate iniziative per coinvolgere ed informare. Col risultato che siamo riusciti a bloccare la messa in funzione del MUOS; che li abbiamo fatti inciampare nella ragnatela di imbrogli che essi stessi hanno tessuto; che il MUOS è sotto sequestro da oltre un anno e che questa lotta è diventata un esempio di resistenza che ha incoraggiato il sorgere di decine di movimenti in altre zone.
Nonostante questo, o proprio per questo, ci ritroviamo, tutti quanti, in un territorio militarizzato, con l’esercito che presidia i sentieri di quella che un tempo era una riserva naturale, dove il filo spinato ha sostituito gli alberi, con le forze dell’ordine italiane pronte ad accorrere ogni volta che gli amici marines le chiamano. E mentre Niscemi si spopola sotto in colpi della disoccupazione, aumenta solo il numero dei poliziotti e degli atti repressivi per gli attivisti, denunce e multe comprese!
Hanno una grande fretta di sbloccare il MUOS, perché hanno fretta di gestire al meglio le aggressioni militari e i conflitti imperialistici per il controllo delle risorse del pianeta, da sottrarre ai paesi che le detengono, a partire dal Mediterraneo e dal Medio Oriente. Il MUOS e la guerra, cioè la violenza organizzata e indiscriminata degli Stati, per il governo degli USA e la NATO, per il governo italiano e l’UE, hanno priorità sul benessere delle popolazioni, sui servizi sociali, sui diritti e le conquiste dei lavoratori, destinati ad essere vittime sacrificali della macchina succhia soldi militarista.
Per questo la mobilitazione non può e non vuole arrestarsi.”
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