La Sicilia non è zona di guerra
Via le basi Usa-Nato dalla nostra terra!
Manifestazioni No MUOS No Trident No War il 24 ottobre a Napoli, il 31 ottobre a Marsala
La Sicilia, isola più grande del Mediterraneo, ha davvero tanto da offrire a partire dal suo bagaglio storico, artistico-culturale e sociale. Ben 7 siti siciliani rientrano nel Patrimonio UNESCO e con i suoi 5 parchi e le sue 72 riserve naturali protette (fra cui la preziosa riserva della Sughereta (SIC) a Niscemi) avrebbe già tracciata la rotta del proprio destino. Invece la Sicilia, già occupata e martoriata da decenni dalle basi Usa-Nato (Muos a Niscemi, Sigonella, Augusta…), vedrà lo scalo aereo di Birgi(Tp) al centro di Trident Juncture 2015, la più grande esercitazione NATO dalla fine della guerra fredda come è stata definita dallo stesso Comando Generale dell’Alleanza Atlantica. Cacciabombardieri, grandi velivoli da trasporto e aerei spia decolleranno dalle piste di Birgi per simulare attacchi contro unità navali, sottomarini e target terrestri e testare i nuovi sistemi di armi di distruzione di massa.
La recente visita a Sigonella del capo del Pentagono Ash Carter sta chiarendo le nuove direttive per il governo italiano per un ulteriore coinvolgimento della Sicilia nelle nuove strategie Usa-Nato di guerre imperialiste non solo contro i popoli del Medioriente e del Nordafrica, ma anche per impedire le partenze dei migranti dalla Libia (operazione EuNavForMed), costretti alla fuga proprio a causa di queste guerre. Non bastavano le minacce del console Usa Barrosse al TAR per aver osato mantenere il seguestro del micidiale Muos a Niscemi. Per completare il tragico futuro che ci attende è stato trasferito a Catania il centro dell’agenzia Frontex-Triton 8oltre alla vergognosa presenza del Cara di Mineo) ed a giorni entreranno in funzione in Sicilia i 5 Hot-Spot (nuovi CIE) per selezionare ed espellere i migranti “irregolari”. Oramai i ricchi potenti della terra, anzicchè fare la guerra alla povertà, sono solo in grado di fare la guerra ai poveri militarizzando sempre più i nostri territori ed i nostri mari, trasformando il Mediterraneo in un gigantesco cimitero (oltre 3000 morti accertati dall’inizio 2015). La tendenza alla guerra è la soluzione che le borghesie statunitensi ed europee hanno messo in atto per uscire dalla permanente crisi; crisi che ci mostra il crudele paradosso di crescenti fondi pubblici per spese militari e altri strumenti di guerra, mentre crescono sanguinosi tagli a scuola, sanità e altri diritti sociali.
In Medioriente terribili venti di guerra soffiano, tutti i media arruolati dalla Nato denunciano i bombardamenti “scorretti” della Russia in Siria, quando da mesi non si sono accorti della politica genocida del governo turco contro la resistenza del popolo Kurdo, unico vero baluardo vincente contro i terroristi dell’ISIS. Ma la politica fascista di Erdogan nel “democratico” Occidente viene sempre giustificata perché ha il secondo esercito della Nato e può permettersi, con la scusa della lotta all’ISIS di reprimere il popolo kurdo, mentre il PKK (Partito dei lavoratori del Kurdistan) è ancora nella lista nera UE ed Usa delle organizzazioni terroriste. In Siria non c’è solo lo scontro fra Il regime di Assad , sostenuto dalla Russia e gli oppositori, sostenuti dalla Turchia e dall’Occidente, ma sta crescendo una terza via nel Rojava liberato dalla resistenza kurda, basata sulla rivoluzione delle donne contro il patriarcato e sul nuovo confederalismo democratico per tutti i popoli del Medioriente.
La preziosa esperienza di anni di lotta contro il Muos a Niscemi e per la smilitarizzazione della Sicilia si può e deve estendere in tutta l’isola, contribuendo alla riorganizzazione del movimento NoWar a livello nazionale ed internazionale. Invitiamo tutte le realtà antimilitariste ed antimperialiste a mobilitarsi:
Sabato 24 ottobre manifestazione nazionale a Napoli
Sabato 31 ottobre manifestazione regionale a Marsala
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