Analisi della fase
La previsione della tendenza alla guerra avanzata dal Movimento No Muos in questi anni, si è basata sempre su delle evidenze:
- La corsa agli armamenti, sempre più tecnologicamente avanzati, delle principali potenze imperialiste (Usa, Cina, Russia, Unione Europea) e delle potenze regionali (per esempio la Turchia) a cui si aggiunge l’ampliamento e la costruzione di basi militari;
- L’aumentare delle contese interimperialiste sui territori strategici del Mediterraneo e dell’Indo-Pacifico;
- La legittimazione delle politiche di guerra nei luoghi della formazione.
In altre parole, la guerra imperialista che oggi vediamo svolgersi sul fronte ucraino, è stata preparata concretamente negli anni.
Oltre alle evidenze sopra citate, come Movimento No Muos, aggiungiamo una riflessione che sta alla base di tutto il ragionamento che negli anni abbiamo portato avanti, ovvero che la guerra è l’unico possibile strumento che il sistema economico capitalista possiede per superare le sue cicliche crisi.
La presenza delle basi militari in Sicilia e il ricatto difesa-salute
C’è un rapporto molto stretto tra crisi climatica e guerre. L’impatto ambientale di un conflitto può essere di vario tipo: diretto, ovvero orientato alla distruzione immediata degli ecosistemi da parte degli eserciti, o indiretto, ovvero responsabile della distruzione degli habitat, dell’inquinamento dell’aria, delle acque e del suolo, della deforestazione, della distruzione di infrastrutture chiave.
L’impatto delle guerre sull’ambiente inizia molto prima del loro scoppio. Costruire e sostenere forze militari consuma enormi quantità di risorse naturali. Metalli, elementi rari, acqua, combustibili fossili, emissioni di gas serra, tutte risorse necessarie sia per costruire macchine della morte, sia per mantenere attivo l’intero apparato militare.
L’addestramento militare crea emissioni, interruzione dei paesaggi e degli habitat terrestri e marini e crea inquinamento chimico e acustico dall’uso di armi, aerei e veicoli; i veicoli militari consumano combustibili a base di petrolio a un tasso estremamente elevato. Per citare alcuni aspetti.
Formazione e guerra
Nell’ultimo anno, venti di guerra sempre più forti hanno iniziato a soffiare sull’Europa. Uno degli effetti della guerra in Ucraina è certamente quello di un generale proliferare di politiche di riarmo in tutta Europa, spacciate come necessarie per sostenere la popolazione Ucraina. In più di un’occasione, il movimento NoMuos ha espresso la sua solidarietà a tutti quei popoli vittime delle guerre imperialiste, la cui genesi riconosce nel sistema capitalista. Il movimento NoMuos quindi è solidale al popolo palestinese, a quello curdo e anche al popolo ucraino. Oggi più di ieri riteniamo necessario opporsi alle guerre imperialiste, e riteniamo necessario ribadire che le guerre non scoppiano dal nulla, ma seguono un lungo processo di preparazione; processo in cui anche il mondo della formazione è coinvolto.
Già l’anno scorso ci siamo interrogati/e in che modo i luoghi della formazione fossero stati negli anni sempre più militarizzati, rendendo scuole e università apparati utili agli interessi bellici e imperialisti, per legittimare la guerra ma anche per prepararla.
Donne e guerra
Sin dagli inizi della sua esistenza il movimento No Muos si afferma come un movimento contro la guerra e contro tutte le sue conseguenze. Tra queste, la questione dell’oppressione della donna non viene vista come secondaria ma al contrario il movimento sente la necessità di analizzarla al fine di trovare una pratica di lotta che possa determinare il superamento di questo stato di oppressione. Nell’analisi che il movimento conduce sono diverse le questioni che vengono messe alla luce, il binarismo di genere, l’oppressione come conseguenza del sistema economico capitalista e/o del modello sociale e culturale patriarcale, la violenza e l’autodifesa. Inoltre, va detto che all’interno del movimento, il protagonismo delle donne nella lotta contro l’installazione delle antenne nella riserva di Niscemi è stato forte e determinato. Le donne si sono intestate molte azioni dirette come i blocchi stradali, le invasioni e le occupazioni delle antenne NRTF e della base, così come sono state in prima fila nell’organizzazione di presidi di controinformazione a Niscemi e nei territori limitrofi. Nel 2014, venute a conoscenza della possibilità di trasferimento del Muos in Tunisia, le mamme No Muos scrivono una lettera rivolta alle mamme tunisine intestandosi, in questo modo, una campagna di solidarietà contro lo sfruttamento di tutti i popoli e non solo di quello siciliano.
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