TRIBUNALE PERMANENTE DEI POPOLI: ANCHE PER IL MUOS DI NISCEMI, GRAVE
VIOLAZIONE DEI DIRITTI DEI CITTADINI
I Giudici del Tribunale Permanente dei Popoli ieri pomeriggio hanno depositato la
Sentenza definitiva del giudizio avente ad oggetto: “Diritti Fondamentali, Partecipazione
delle Comunità Locali e Grandi Opere”.
Il Giudizio, nato da una denuncia del Controsservatorio Valsusa riguardo la vicenda del
Treno ad Alta Velocità Torino-Lione (TAV) si è esteso, per intervento, ad altre realtà che
hanno vissuto problematiche analoghe a quella della Val Susa (Mose di Venezia, Tav di
Firenze, Muos di Niscemi, la centrale idroelettrica in Basilicata, i progetti di trivellazione
diffusi nel territorio, il ponte di Messina, l’autostrada Orte-Mestre, il bacino delle Alpi
Apuane, Aeroporto di Notre Dame des Landes in Francia, il TAV di Francia, Paesi Baschi,
Regno Unito e Germania, e la miniera di Rosia Montana in Romania).
Scopo del giudizio, infatti, non era solo quello di valutare se in Val Susa fosse stata
perpetrata una violazione di diritti fondamentali della popolazione ma anche se questo
facesse parte di un sistema generalizzato. Sulla scorta di quanto dimostrato nel corso del
giudizio e, particolarmente, nelle quattro giornate finali nelle quali ciascun ricorrente o
interveniente ha presentato documenti, testimonianze e difese conclusive, il Tribunale
Permanente dei Popoli ha giudicato che nella vicenda TAV si sia assistito a gravissime
violazioni di diritti fondamentali dei singoli individui e delle comunità interessate nel loro
complesso ma anche che analoghe violazioni sono rinvenibili in tutti i casi sottoposti a
giudizio.
Anche i cittadini e la comunità di Niscemi, hanno subito gravi violazioni di loro diritti
fondamentali.
Ma cosa ha detto di preciso il Tribunale permanente dei Popoli?
Il principio guida della Sentenza è l’art 1 della Dichiarazione Universale dei diritti umani
che afferma che “Tutti gli esseri umani nascono liberi ed uguali per dignità e diritti. E
soprattutto che “essi sono dotati di ragione e coscienza, e devono agire gli uni verso gli
altri in uno spirito di fraternità”.
Il Tribunale rimarca che il concetto di “fraternità”, troppo spesso sostituito con quello di
solidarietà, ha un valore costituzionale nel diritto francese (Preambule e art. 2,
Costituzione francese 4/10/1958) e rinvia all’idea che proprio sulla fraternità degli umani a
livello mondiale e sulla sua dimensione intergenerazionale che si fonda l’imperativo della
protezione dell’ambiente.
Poi ricorda che, in tema di protezione ambientale vanno applicati i principi fondamentali
riconosciuti dalla Convenzione di Aarhus del 25 giugno 1998 (divenuta legge in Italia in
forza di legge di ratifica n. 108 del 16 marzo 2001), ed in particolare quelli di
partecipazione.
Al riguardo, i cittadini, sia singoli che in forma associata devono essere considerati come
“Sentinelle che lanciano l’allarme” e gli devono essere riconosciuti strumenti di
partecipazione alle scelte effettivi ed efficaci.
Il Tribunale Permanente dei Popoli riconosce tra i diritti fondamentali degli individui e
dei popoli, quello alla partecipazione ai procedimenti di deliberazione relativi alle
stesse opere e ritiene censurabili tutti quegli Stati che, in diritto e nella prassi, non
aprano a forme efficaci di partecipazione – il cui modello può essere attinto alla
Convenzione di Aarhus – nei procedimenti relativi alle grandi opere
Tale diritto, oltre a essere espressione del diritto di partecipazione degli individui e dei
popoli al proprio governo – come stabilito nella Dichiarazione universale dei diritti (art. 21)
e nel Patto sui diritti civili e politici (art. 25) – è funzionale ai principi della democrazia e
della sovranità popolare e alla garanzia dell’effettivo rispetto degli altri diritti umani, incluso
il diritto all’ambiente e a condizioni vita conformi alla dignità umana degli individui e delle
comunità locali coinvolte dalle opere.
Il TPP, inoltre si sofferma sulle gravi violazioni dei diritti di manifestazione del pensiero
perpetrati attraverso la strategia di criminalizzazione della protesta con pratiche
amministrative, legislative, giudiziarie, di polizia, che includono anche la persecuzione
penale sproporzionata e la imposizione di multe eccessive e reiterate, l’uso sproporzionato
della forza.
Nella sentenza e nelle gravi violazioni individuate si legge tutta la storia della popolazione
di Niscemi e del Popolo No MUOS in generale.
Una popolazione mai ascoltata, anzi trattata alla stregua di bassa delinquenza o teppismo
laddove esprimeva il proprio dissenso rispetto ad un’opera altamente impattante,
realizzata in area protetta in dispregio delle norme ambientali e dello stesso regolamento
della Riserva Naturale Orientata Sughereta di Niscemi, che non consente la realizzazione
di simili opere.
Costruzione proseguita malgrado la revoca regionale e la successiva Sentenza del TAR
che ha riconosciuto l’annullamento delle autorizzazioni, iniziata sulla scorta di valutazioni
sull’impatto ambientale e sulla salute giudicate dal verificatore del TAR imbarazzanti.
Oggi, giunge anche la voce del Tribunale Permanente dei Popoli a riconoscere dignità a
questi cittadini che lanciano un allarme purtroppo inascoltato ma che con ogni mezzo e
con tenacia si opporranno con ogni mezzo e fino alla fine ad un opera foriera di morte.
Verificare in queste assisi internazionali che vi sono popoli che resistono e si battono
contro le ingiustizie ci incoraggia della forza delle nostre ragioni contro la ragione della
forza del complesso militare-industriale e dell’oligarchia economico-politica.
Leggi per intero il dispositivo della sentenza:
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