Cinquemila persone hanno partecipato al lungo e colorato corteo che ha sfilato per le vie di Niscemi fino alla piazza principale del paese.
Il popolo di Niscemi ha risposto allo sciopero generale contro MUOS e antenne già attive con un’ampia adesione andata oltre le aspettative del Coordinamento Regionale dei comitati Mo MUOS che aveva lanciato, dal presidio in contrada Ulmo, l’appello all’adesione alle forze sindacali e produttive della città, coinvolgendo associazioni, movimenti, lavorati dei servizi e dell’agricoltura. “Niscemi c’è — ha affermato dal palco Pippo Gurrieri, attivista del Coordinamento — e sta vivendo una grande giornata di democrazia. Questo è uno sciopero proclamato dal basso, condiviso e organizzato dalla gente.” Fin dalla prima mattina, tanti ragazzi delle scuole si erano radunati con insegnanti e genitori, mentre gli esercizi commerciali sono rimasti con le saracinesche abbassate e il cartello di adesione bene in vista. Lungo le strade, il corteo si è arricchito mano a mano di centinaia di cittadini di ogni età come i tanti video delle emittenti televisive hanno mostrato, aprendo le edizioni della giornata. “Non so più cosa dire ai miei figli — ha affermato una giovane mamma dal palco — legalità, pace, diritti sono ormai parole vuote. Perché non mettono un cartello visibile appena si sbarca in Sicilia con scritto Zona Militare?” Si riportano nei discorsi anche le parole delle email scambiate dai vertici delle istituzioni italiane con i comandi militari americani e finite on line: “Il 31 maggio è dietro l’angolo” scrivevano rappresentanti delle istituzioni con riferimento alla scadenza attesa per il pronunciamento dell’Istituto Superiore della Sanità sulla pericolosità del MUOS, pronunciamento slittato per il momento. “Ecco cosa c’è dietro l’angolo — urla un’attivista di Palermo — la gente di Niscemi e della Sicilia che non vuole il MUOS”. Si attende anche nei prossimi giorni l’esito presso il TAR di Palermo del ricorso del Ministero della Difesa contro la revoca delle autorizzazioni relative al Muos e la sospensione dei lavori disposte dalla Regione Siciliana. Il Ministero ha pure chiesto il risarcimento dei danni presunti causati dalla revoca mentre tutti i movimenti e associazioni terze quali Lega Ambiente Sicilia stigmatizzano tali atteggiamenti da parte del governo, quale premuroso servitore degli interessi bellici degli USA e che disprezza la volontà dei siciliani. “La grande manifestazione del 30 marzo 2013, che ha visto la partecipazione di oltre 15.000 manifestanti, ha messo in evidenza come antenne già attive e MUOS siano oggetto di grande protesta per i danni alla salute, all’ambiente e per la minaccia insita per la pace nel mondo. — afferma una nota del Coordinamento regionale dei comitati No MUOS — Lo sciopero cittadino di Niscemi conferma la volontà della gente che deve essere rispettata da parte delle istituzioni a qualsiasi livello esse operino, dal Comune al Governo Nazionale”.
Il Coordinamento regionale dei Comitati No MUOS esprime grande soddisfazione per la riuscita del primo sciopero cittadino a Niscemi. Uno sciopero che ha visto la partecipazione di persone differenti per strato sociale, posizione lavorativa, settore di attività ed età anagrafica: tutte unite però nella determinazione di dire No al MUOS.
Ogni decisione tendente all’installazione del MUOS o al mantenimento delle 46 antenne NRTF sarà una decisione assunta contro i cittadini e contro la volontà popolare. E i cittadini la contrasteranno come è giusto che sia sino al definitivo smantellamento del cantiere MUOS e alla totale dismissione della base NRTF.
Chi pensa ai raggiri “istituzionali” perpetrati da “servitori” dello stato asserviti ai poteri forti anziché alla volontà del popolo sovrano, alle minacce, alle denunce e agli arresti a carattere intimidatorio, ai ricorsi al TAR, è avvertito: sappia che agisce contro la volontà dei cittadini. E se lo ricordi pure il governo: prendere decisioni impopolari talvolta può portare pure beneficio alla propria immagine, ma assumerne contro la volontà di un popolo intero è il modo migliore per passare alla storia come una casta di dittatori asserviti ai poteri forti dell’industria bellica.
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