Per capire meglio quali effetti avrà la scelta del Ministero della Difesa di non presentarsi alla prossima udienza del CGA (l’ultimo grado della giustizia amministrativa in Sicilia) pubblichiamo con piacere la nota ricevuta da due avvocati No Muos: Dario Pruiti Ciarello e Luigi Cinquerrui.
La notizia, tanto acclamata, dell’annunciata assenza dell’avvocatura dello Stato alla prossima udienza, prevista il 14 novembre, potrebbe non avere effetti,o addirittura rivelarsi un boomerang contro i No Muos.
Capiamo perché:
Non si comprende la grande enfasi con la quale la delegazione Siciliana de Parlamentari del M5S ha diffuso la notizia che all’udienza davanti al Consiglio di Giustizia Amministrativa del prossimo 14 novembre, nella quale si dovrebbero decidere i ricorsi per revocazione riguardanti la vicenda del MUOS di Niscemi, l’avvocatura dello stato non sarà presente.
Si tratta infatti di una non notizia o, quantomeno, della cronaca di un nulla di fatto ottenuto dalla delegazione Siciliana rispetto alle posizioni già assunte dal Ministero.
Nella sostanza l’assenza dell’Avvocatura all’udienza non equivale a una rinuncia alle difese, anzi, comporterà proprio la valutazione da parte del CGA delle memorie depositate dal Ministero lo scorso 12 ottobre con le quali si chiedeva il rigetto dei ricorsi presentati da Legambiente, dal Movimento No MUOS e dal Comune di Niscemi e la conferma della sentenza impugnata.
In sostanza nessun cambiamento di posizione da parte della Ministra Trenta le cui richieste processuali restano cristallizzate nelle memorie difensive già depositate; altro che Governo che si schiera dalla parte dei cittadini, il Governo resta schierato dalla parte delle forze armate USA e del MUOS!
Quanto al fantomatico ritiro delle memorie questo atto (non previsto dalle norme di procedura) poteva avvenire solo col deposito di altra memoria contenente la rinuncia alle difese depositate in precedenza. Ma questo è tecnicamente impossibile perché il deposito di memorie può avvenire fino a 30 giorni prima dell’udienza. Quindi, paradossalmente, l’unico modo di concretizzare lo “sbandierato” passo indietro sarebbe stato proprio quello di presentarsi in udienza e rinunciare alle difese già depositate.
La notizia diffusa con grande enfasi dai Parlamentari del M5S si rivela, quindi, solamente fumo negli occhi.
Del resto, ove veramente vi fosse stata un’inversione di tendenza da parte del Governo, ben altri sono gli strumenti che il Ministro della Difesa può utilizzare per fermare il sistema di trasmissione satellitare della marina statunitense, a partire dal rispetto delle norme costituzionali.
I parlamentari del M5S erano già stati firmatari nel 2014 di una mozione parlamentare con la quale si chiedeva di bloccarsi gli accordi che consentono la realizzazione delle Basi Statunitensi di uso esclusivo in quanto illegittimi perché mai autorizzati dal Parlamento come richiesto dall’art. 80 della Costituzione. Tale mozione, allora bocciata dal voto congiunto di PD e NCD, rimane ancora valida.
Le basi di uso esclusivo, infatti, non sono previste dal trattato NATO e la loro realizzazione non poteva essere consentita con accordi firmati da esponenti del governo o generali, come di fatto avvenuto, trattandosi di accordi che consentono la presenza di truppe e armamenti sul nostro territorio. Questo è un nodo essenziale della vicenda MUOS uno strumento che guida armi a controllo remoto utilizzate in missioni e conflitti a noi ignoti. Uno strumento offensivo, quindi, che viola non solo l’art. 11 della nostra costituzione che consente l’uso delle armi solo a scopo difensivo, ma anche le prerogative del Parlamento di decidere lo stato di guerra.
Oggi, la sicurezza del territorio e l’incolumità dei cittadini sono rimessi al libero arbitrio di una potenza straniera senza alcuna possibilità di intervento grazie alla delega in bianco affidatagli attraverso accordi privi dei requisiti e delle garanzie previsti dalle norme costituzionali.
Ci si sarebbe almeno aspettato, quindi, una presa di posizione politica da parte del M5S coerente con quelle prese nel 2014. Invece, non resta che prendere atto di questo nulla di fatto che sa tanto di tradimento delle aspettative e del voto dei cittadini.
Luigi Cinquerrui
Dario Pruiti Ciarello
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