Incontro del Coordinamento NO MUOS con l’Assessore regionale al Territorio e all’Ambiente
28/12/2012
Una delegazione del Coordinamento Regionale NO MUOS, formata da membri dei comitati di Niscemi, Caltagirone, Palermo e Catania e dal giornalista Antonio Mazzeo, è stata ricevuta dall’Assessore Regionale al Territorio e all’Ambiente, Mariella Lo Bello, il 28 dicembre 2012 alle ore 11,30, nella sede centrale dell’assessorato territorio e ambiente, in via Ugo La Malfa 169 a Palermo. Insieme a lei era presente il direttore dell’assessorato, il dott. Arnone, ossia colui che ha firmato il provvedimento di autorizzazione all’installazione del MUOS.
L’assessore Lo Bello fa le veci anche dell’Assessore Regionale alla Sanità, Lucia Borsellino, in quanto i due assessorati agiranno di concerto sulla questione MUOS.
L’assessore ha cominciato chiedendo i riferimenti di ogni partecipante all’incontro, dopodichè ha aperto gli interventi Marino Miceli (Niscemi), il quale ha esposto le conseguenze delle onde elettromagnetiche prodotte dalle NRTF sulla salute degli abitanti di Niscemi e quelle che verranno prodotte dal non ancora ultimato MUOS (molto più gravi). Ha proseguito Marisa Falcone (Catania), spiegando dettagliatamente quali sono i rischi legati al fenomeno dell’elettrosmog, in particolare sulla salute dell’uomo e sulla flora. Inoltre Marisa ha proseguito invitando l’assessorato a tenere in considerazione i principi di precauzione e di prevenzione (principi di diritto internazionale ed europeo) e a cominciare a raccogliere dati medici per un eventuale registro tumori, avendo maggiore cura e considerando anche gli altri (gravi) fattori di inquinamento. In conclusione ha invitato l’assessore a riesaminare gli atti del procedimento amministrativo e a valutare con urgenza la opportunità di sospendere in autotutela le concessioni e autorizzazioni in attesa delle pronunce richieste alle autorità interpellate
Fabio D’Alessandro (Niscemi) ha poi invitato l’assessore e il (purtroppo assente) neo Presidente della Regione Crocetta a venire a Niscemi per assistere con i propri occhi allo scempio (NRTF e MUOS) che si è realizzato nella meravigliosa Riserva Naturale “Sughereta” di Niscemi.
Poi ha preso la parola Antonio Mazzeo, il quale ha cominciato il suo intervento mettendo in luce l’inaffidabilità della Marina militare statunitense, che ha già provocato due gravi incidenti in Sicilia: uno nella base di Niscemi nel 2002 a causa dello sversamento di ettolitri di carburante, reso noto sette anni dopo in quanto si stava creando il grave rischio di inquinare gran parte delle falde acquifere della zona; l’altro nelle basi di Sigonella e di Niscemi, dovuto all’inquinamento dei pozzi di acqua per il cattivo uso di sostanze chimiche.
Antonio ha accennato anche alle richieste di moratoria fatte alle due commissioni parlamentari che hanno precedentemente ascoltato il coordinamento no muos e ha ricordato che l’autorizzazione è stata data dalla Regione a lavori che violano la legge regionale istitutiva della Riserva di Niscemi: la Regione aveva il diritto e il dovere di sospendere in autotutela i lavori, anche secondo quanto scritto dal gip di Caltagirone (Aquilino). Inoltre (prosegue Antonio) a seguito della riperimetrazione della Riserva (da zona B a zona A) devono essere riviste le autorizzazioni date.
Antonio poi ha messo in luce le contraddizioni derivanti dagli studi dell’ARPA: la nostra legge prevede che chi fa le misurazioni in casi come questo abbia il controllo dell’impianto, mentre per il MUOS ci si è accontentati di un giuramento di un ufficiale di stanza a Niscemi il quale ha dichiarato di aver messo gli impianti (NRTF) al massimo, quando invece risulta sempre dagli studi dell’ARPA che in altri giorni le frequenze superavano quel presunto massimo; l’errore di puntamento, di cui l’ARPA si lava le mani e “scarica il barile” agli USA; la documentazione prodotta “a singhiozzo”, che ha impedito ai comitati di agire in tempo; l’attivazione di sole 27 antenne nrtf su 41 durante i rilevamenti. Anche gli studi delle Università di Palermo e di Catania non sono attendibili in quanto i due atenei ricevono finanziamenti da società belliche americane.
Il giornalista spiega anche che sarebbero stati sufficienti per il diniego delle autorizzazione gli studi del 2005 che rendono impraticabile l’ipotesi di installare il MUOS a Sigonella.
Nadia Furnari (Palermo) ha continuato spiegando l’incompatibilità del MUOS con l’aeroporto di Comiso e rendendo note all’assessore le interferenze che questo impianto provocherebbe con i NOTAM, ossia le notifiche che vengono utilizzate dai piloti di aeromobili o elicotteri per essere aggiornati sulle ultime informazioni disponibili di un determinato aeroporto, sulla efficienza dei radioaiuti alla navigazione e su tutto quanto possa riguardare un volo, affinché possa considerarsi effettuato in sicurezza e speditezza. Quindi il MUOS creerebbe un problema di sicurezza nel traffico aereo, rendendo di fatto l’aeroporto di Palermo quello più sicuro (e questo è già tutto un programma!) in Sicilia, essendo l’unico nell’isola non interessato da operazioni militari della marina statunitense.
L’Assessore Lo Bello, dopo aver ascoltato gli interventi, ha chiarito la necessità di reperire quattro tipi di dati e/o documenti:
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quelli sui due incidenti provocati nelle basi USA, in particolare servono le carte della ditta che ha eseguito i lavori di bonifica dopo il versamento del carburante;
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le due moratorie chieste alla Commissione Difesa della Camera e alla Commissione Uranio Impoverito del Senato;
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informazioni sulle interferenze con i NOTAM (quindi occorre contattare l’ENAV);
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dati sull’irraggiamento e sulla dispersione delle onde elettromagnetiche (che possono aversi tramite Coraddu).
Inoltre per l’assessore la novità nella vicenda che può costituire un punto di forza in favore della revoca delle autorizzazioni è l’incompatibilità del MUOS con l’aeroporto di Comiso, che in teoria dovrebbe essere aperto ad aprile ma in pratica verrà bloccato dall’impianto militare.
L’assessore si è impegnato ad inviare il 2 gennaio 2013 una nota con cui, di concerto con l’Assessore Regionale alla Sanità, invita a sospendere l’ultimazione dei lavori del MUOS in via cautelativa, nota che prende come punto di riferimento la delibera approvata dai consigli comunali di Modica e di Caltagirone e che avrà come destinatari l’ENAV, il 41° Stormo di stanza a Sigonella, la Marina militare statunitense, il Ministero della Difesa e quello della Salute. La nota, secondo i propositi dell’assessore, ha come obiettivo la sospensione “di fatto” dei lavori del MUOS.
Nel prossimo mese l’assessore ha promesso anche che verranno esaminate tutte le carte, in particolare i dati clinici e le valutazioni di impatto, in modo tale da avviare, se possibile, un procedimento di revoca delle autorizzazioni.
Allo stesso tempo però il dott.Arnone ha sottovalutato l’iter giuridico nella battaglia contro il MUOS e ha espresso che secondo lui l’unico modo per ottenere qualche risultato è continuare la battaglia popolare, probabilmente dimenticandosi di essere stato uno degli autori delle “leggerezze” che hanno dato il via ai lavori del MUOS.
Il prossimo incontro con l’assessore è stato fissato per il 10 gennaio 2013.
In conclusione: l’Assessore ha manifestato la volontà di bloccare in qualche maniera l’installazione del MUOS in Sicilia. Però attendiamo che questa sua volontà si trasformi in fatti, anche perchè ancora non si è parlato di misure che possano avere una qualche efficacia immediata (la nota può benissimo non essere osservata e ad essa può anche non seguire alcuna risposta da parte dei destinatari) e il tempo stringe sempre più!
Matteo Di Gregorio (No MUOS Caltagirone ondEvitare)
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