Sulla liberazione dell’umanità partendo dalla Diciotti

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Il 25 agosto 2018 una folla di migliaia di persone ha invaso il porto di Catania, pretendendo le dimissioni del Ministro degli Interni Salvini, oggi indagato, proprio a seguito della protesta, per sequestro di persona, arresto illegale e abuso d’ufficio.

L’Italia oggi è, da un lato, collaborazionista con i potenti del mondo nell’intento di depauperare territori e popoli e finanziare le guerre, dall’altro, sempre più austera nel rispondere alle richieste di aiuto da parte dei repressi.

Il Muos, in quanto base militare statunitense, fiore all’occhiello dell’avanguardia tecnologica bellica, pone bene in evidenza la questione: l’Italia ha una serpe in seno, poiché la bella Sicilia, stagliata nel cuore del Mediterraneo, è in questo momento territorio martire, soggetto alle estreme nocività emanate dalla parabole, e nel contempo territorio carnefice, da cui partono i droni che teleguidano le guerre del terzo millennio, soggetta alle influenze politiche dirette della Marina militare USA e della NATO.

Allora, proprio mentre uno dei compagni no Muos, Turi Vaccaro, viene imprigionato, proprio quando scopriamo che il governo italiano sta autorizzando agli americani i lavori di consolidamento all’interno della base, riteniamo dirompente quel che è accaduto a Catania, dove molti di noi erano presenti.

Sappiamo anche, però, che le traiettorie che prenderanno le vite di queste persone non sono affatto rassicuranti: per 20 di loro è prevista l’Albania che proprio in questa occasione viene inaugurata come mega nazione – hot spot, probabilmente al fine di accaparrarsi un ingresso in Europa.

La lotta è lunga e ardua. Nel contempo la riuscita liberazione dell’umanità dal carcere della Diciotti da parte di un sud italia variegato e risoluto, che non si rassegna, ci lascia ben sperare in un risveglio pieno, vivo, in un sussulto di dignità e umanità; ci fa ricordare le invasioni e i blocchi nel 2013 e 2014; ci fa sentire meno soli nella lotta per lo smantellamento di quella base e per smilitarizzazione del nostro mare e delle nostre terre.

Le antenne cadranno giù!
Movimento NO MUOS

Di seguito allegati alcuni comunicati stampa di gruppi che hanno animato e vinto la bellissima battaglia del 25 agosto:

ANFIBI ANTIFA

“La sera del 25 agosto, un sud Italia che non si subordina e che alza la testa, al molo di Levante del porto di Catania, ha mostrato la propria determinazione e indisponibilità ad accettare il carcere in mare della nave Diciotti.

La solidarietà ricevuta da tante parti d’Italia ha accresciuto la forza di quella mobilitazione: diverse azioni dirette sono state portate avanti da chi non ha accettato la mediazione e la contrattazione come orizzonte politico, ma ha voluto usare il proprio corpo per agire direttamente un cambiamento.

Via terra si è affrontato il blocco imposto dalle forze dell’ordine e si è coraggiosamente tenuto testa alle cariche della polizia. Due ragazze e un ragazzo sono rimasti feriti negli scontri.

In cielo fuochi d’artificio, innescati da compagne/i che presidiavano un altro lato del molo, alcune in acqua altri in terra.

Via mare, in otto, quattro donne e quattro uomini, ci siamo buttati in acqua, abbiamo sfidato il divieto di avvicinarsi alla nave, abbiamo voluto gridare che aborriamo i confini e chi li controlla, che siamo per la libertà di muoversi, spostarsi, di tutte e tutti.

In mare le forze dell’ordine ci hanno inseguiti senza sosta, facendoci respirare i gas di scarico dei loro scafi, chiudendoci quando potevano.

Su di noi un’enorme luna crescente, rossa e quasi piena, sullo sfondo di un cielo scuro, ma illuminato dai si è fatta simbolo di un’umanità che si ribella, mentre raggiungevamo la nave. Lì ci siamo dovuti bloccare a pochi metri di distanza perché sono stati attivati i motori dell’imbarcazione per impedirci l’avvicinamento. I migranti sul pontile ci hanno visto, uno di loro stava provando a raggiungerci in mare, ma è stato bloccato da un militare che gli ha gridato “Shut up!”

Noi con cuori pulsanti e ugole forti scandivamo per le compagne e i compagni a bordo e per noi in rivolta: “Freedom, hurriya, libertà! No border no nation stop deportation”.

Contro gli accordi criminali dell’Italia con i potenti del pianeta, con la Libia e non solo; contro le frontiere e chi le controlla; contro la militarizzazione del Mediterraneo, i lager e le carceri in terra e in mare per migranti e autoctoni indigenti: contro il disegno di un mondo che subordina l’importanza dell’umanità a quella delle merci.

Siamo rientrati autonomamente a nuoto, trovando un presidio in terra che cantava questi stessi slogan, sperimentando il senso di unione e di amore profondo che si sente solo quando si lotta insieme.

Tutte le pressioni esercitate hanno permesso la liberazione dei migranti a bordo.

Abbiamo fronteggiato i difensori dello Stato, i sodali del governo.

Abbiamo vinto una piccola battaglia ma continua la nostra lotta.

I migranti, in 137, si trovano ora nell’hotspot di Messina, alla caserma Bisconte, in attesa di essere smistati, in parte in Irlanda, in parte in Albania, dove si vuole inaugurare il nuovo mega hotspot europeo. Non sono i primi né gli ultimi.

Andiamo avanti unite/i, sapendo che non esiste accoglienza senza opposizione alla guerra e alle dinamiche, sempre ingiuste, del capitale.

Libertà,  Libertad, Liberté, Freiheit, Hazadi, Hurrya, Freedom.

______ ENGLISH ______

In the evening of August 25th, a southern Italy that does not subordinate and that raises its head, at Levante’s pier in the port of Catania, has shown its determination unwillingness to accept the prison in sea of the ship named Diciotti.

The solidarity received from many parts of Italy has increased the strength of that mobilization: several direct actions have been carried out by those who have not accepted mediation and bargaining as a political horizon, but who wanted to use his own body to act directly for a change.

Overland, the blockade imposed by law enforcement agencies was tackled and courageously held its own against police charges. Two girls and a boy were injured in the clashes.

In the sky there were fireworks, triggered by comrades who guarded another side of the pier, some in the water, others on the ground.

By sea, in eight, four women and four men, we jumped into the water, we challenged the ban on approaching the ship, we wanted to cry out that we abhor the borders and those who control them, that we are for the freedom to move and shift, for everyone.

Overboard the police have pursued us relentlessly, letting us breathe the exhausted gases of their hulls, closing us when they could. Upon us a huge crescent moon, red and almost full, against the background of the dark sky, has become a symbol of a rebellious humanity, while we reached the ship.

We had to stop a few meters away because the engine of the boat was on to prevent us from approaching.

The migrants on the pier saw us, one of them tried to reach as at sea, but was blocked by a soldier who shouted, “Shut up!”.

With pulsating hearts and loud noises for our comrades on board and for us in revolt we articulated, “Freedom, hurriya, libertà! No border, no nation, stop deportation”. Against the criminal agreements of Italy with the powerful people of the planet, with Libya and not just those; against borders and those who control them; against the militarization of the Mediterranean Sea, lagers and prisons overland and overboard for migrants and indigent natives: against the design of a world that subordinates the importance of humanity to that of commodities.

We returned independently to swim, finding a garrison on earth that sang these same slogans, experiencing the sense of unity and deep love that is felt only when fighting together.

All the pressure exerted allowed the liberation of the migrants on board. We faced the defenders of the state, the members of the government.

We won a small battle but continued our struggle.

The migrants, in 137, are now in the hotspot of Messina, at the Bisconte barrack, waiting to be sorted, partly in Ireland, partly in Albania, where they want to inaugurate the new European mega hotspot. They are not the first nor the last ones.

Let’s go forward together, knowing that there is no reception without opposition to the war and to the always unjust dynamics of capital.

Libertà,  Libertad, Liberté, Freiheit, Hazadi, Hurrya, Freedom.”

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LA PIAZZETTA – CPO COLAPESCE

“Dopo una partecipatissima manifestazione al porto di Catania, per esprimere solidarietà ai migranti sequestrati da otto giorni dentro una nave, e per ribadire la nostra contrarietà ad un governo che, speculando sulla vita di povera gente, distrae il popolo dai veri problemi che affliggono questo paese, la polizia e i carabinieri in tenuta antisommossa, ha caricato brutalmente i manifestanti che hanno provato, dopo diverse richieste formali, a varcare la zona rossa.

Bilancio: tre teste spaccate dei manifestanti, e diverse contusioni.

Nel frattempo, otto attivisti, hanno raggiunto a nuoto la nave Diciotti.
La notizia che ci è appena pervenuta, dopo questi lunghi e intensi giorni di lotta, è che la situazione pare essere sbloccata, ciò vuol dire che tutte e tutti coloro si trovano dentro la nave, scenderanno nelle prossime ore.

In tutto questo Salvini è indagato dalla procura di Agrigento.
Questa è la dimostrazione che la lotta paga, e che dal basso le cose si possono cambiare.

NESSUNO PIÙ AL MONDO DEVE ESSERE SFRUTTATO

https://m.facebook.com/story.php?story_ … 1917919831

https://m.facebook.com/ComunitaResistentePiazzetta/

RETE ANTIRAZZISTA CATANESE

“3000 persone al porto di Catania per chiedere la liberazione dei migranti ostaggio del Governo sulla Diciotti e le dimissioni di Salvini.

Straordinariamente partecipata la manifestazione al porto di Catania convocata da decine di associazioni antirazziste catanesi e siciliane. Più di 3000 persone hanno chiesto l’immediata liberazione delle 148 persone tenute in ostaggio dal Governo a bordo della nave Diciotti in condizioni ormai disperate. La manifestazione ha chiesto le immediate dimissioni del Ministro dell’Interno Matteo Salvini, indagato dalla Procura di Agrigento per sequestro di persona . Le manifestanti e i manifestanti hanno comunicato con i migranti esponendo gli striscioni dal molo centrale del porto. Alcuni hanno raggiunto la nave Diciotti a nuoto per portare messaggi di solidarietà.

I manifestanti hanno deciso di continuare a oltranza il presidio presso il molo dove è ormeggiata la nave della Guardia Costiera. Una violentissima e sproporzionata carica della polizia ha fermato i manifestanti che provavano ad avvicinarsi alla nave. Due ragazzi e una ragazza sono stati feriti e caricati sulle ambulanze che hanno avuto difficoltà a raggiungere l’area della manifestazione a causa del blocco dei mezzi della polizia.

Il presidio continuerà fino alla liberazione di tutte le migranti e di tutti i migranti.

Stamattina alle 5 il presidio antirazzista si è sciolto dopo il passaggio dei 3 bus che hanno trasferito tutti i migranti (da 11 notti sequestrati nella nave Diciotti) a Messina”

Il calvario delle e dei migranti della Diciotti non è ancora finito.

Si è concluso all’alba del 26 agosto il lungo presidio antirazzista che ha sostenuto i 150 migranti trattenuti illegalmente a bordo della nave Diciotti.

Il presidio è stato fondamentale per l’organizzazione della resistenza all’offensiva razzista e fascista messa in atto dal governo, consentendo l’aggregazione e la partecipazione degli antirazzisti e delle antirazziste e mettendo in campo iniziative e momenti di lotta culminati nella grande manifestazione del 25 agosto, che ha visto la partecipazione di oltre 3000 persone.

La nostra determinazione a non abbondonare il porto prima che i migranti e le migranti fossero fatti sbarcare, nonostante la creazione di una zona rossa attorno alla nave e le ingiustificate cariche della polizia, è stata senza dubbio fondamentale per la soluzione della vicenda.

Il ministro dell’interno ha approntato in extremis una soluzione funzionale alla sua campagna mediatica: i migranti andranno in Albania e in Irlanda, altri saranno presi in carico dalla CEI. Quindi, nessuno di loro sarà a carico degli italiani, il popolo leghista e fascista può ritenersi soddisfatto e mantenere la fiducia nel suo leader.

Sui possibili scenari politici dei prossimi mesi, innescati dalla vicenda della Diciotti, avremo modo di discutere e di ragionare, così come sulle pratiche di resistenza che dovremo mettere in atto sin da subito a difesa dei diritti e della democrazia.

Ci preme per adesso sottolineare che se la liberazione dei migranti nella notte del 25 agosto ci ha riempito di gioia, nutriamo molte perplessità sulla soluzione messa in campo dal ministro dell’interno, soprattutto per quello che riguarda l’accoglienza dei migranti in Albania, paese che non fa parte dell’Unione europea e le cui norme in materia di protezione umanitaria non sono conformi al sistema di asilo europeo.

Occorre pertanto vigilare su quanto accadrà ai migranti della Diciotti (attualmente a Messina), che hanno tutti diritto a chiedere asilo e protezione internazionale in Italia, compresi quelli affidati alla CEI, che rimangono in territorio italiano. Qualunque trasferimento dei migranti in paesi extraeuropei sarebbe illegale e richiederebbe un’immediata risposta in termini di denuncia e di mobilitazione.

Ct 27/8/ 2018 LasciateCIEntrare

APPELLO ALLE ANTIRAZZISTE E AGLI ANTIRAZZISTI SICILIANI

In tante e tanti sabato 25 Agosto 2018 abbiamo partecipato alla manifestazione contro la detenzione illegale dei migranti sulla nave Diciotti. Per giorni i migranti, la gran parte con diritto di richiedere protezione umanitaria e asilo perché provenienti dall’Eritrea, hanno atteso sul ponte di una nave prima di essere trasferiti nell’hotspot dell’ex caserma di Bisconte di Messina. Una prassi ben consolidata per l’identificazione da parte di Frontex, contro cui gli antirazzisti ci siamo da sempre battuti. Dopo giorni di grande partecipazione e importanti presidi al porto di Catania, la questione resta drammatica anche nell’hotspot di Messina. Le persone presto saranno ricollocate e divise in quote senza che sia chiaro il criterio con cui ciò sta avvenendo. Altrettanto grave è la scelta politica orientata dai ricatti del ministro Salvini che dall’inizio del suo mandato minaccia l’Europa sulla pelle dei più deboli per smistare i migranti in altri paesi, altrimenti non autorizza gli sbarchi.

Di fronte a queste scelte, il movimento antirazzista continua la su mobilitazione e propone a Messina un presidio a partire da oggi.

È inammissibile che si continui a usare prepotenza politica e sociale nei confronti dei migranti della nave Diciotti che non devono essere trasferiti in Albania, cioè verso uno Stato che non è nell’Unione Europa e che, come sottolinea Lorenzo Trucco dell’ASGI (Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione), nei fatti diventa un allontanamento coatto che non garantisce il diritto d’asilo ai migranti sbarcati in un porto italiano e che secondo il Regolamento di Dublino III devono fare richiesta d’asilo nel primo paese d’arrivo.

È inammissibile che si continui a non informare i migranti sui loro diritti e che si continui a trattarli come una merce da smistare e allontanare perché ciò garantisce gli squallidi equilibri politici che detta la politica violenta e razzista del ministro Salvini e del vice premier Di Maio.

Inoltre come antirazzisti messinesi denunciamo la presa di posizione del sindaco Cateno De Luca che in maniera strumentale e politicamente vicina alla Lega, attraverso un comunicato stampa propone di trasferire gli abitanti delle baracche negli hotel che ospitano i migranti, senza chiarire che i migranti vengono accolti nell’ex caserma di Bisconte in baracche di zinco denunciate sin dalla loro nascita dagli antirazzisti messinesi che da anni si battono per la chiusura di queste infami strutture. Ricordiamo infine che in data 10 Maggio 2017 il Dipartimento Edilizia Privata del Comune di Messina, rilevava che il progetto di realizzazione dell’hotspot all’interno dell’ex caserma Bisconte era “in contrasto con le prescrizioni urbanistiche ed edilizie del PRG di Messina”. La precedente amministrazione di Accorinti con l’Assessore De Cola non hanno posto alcun blocco all’iter realizzativo del nuovo lager per migranti e la deriva di una gestione fallimentare di luoghi da chiudere era già segnata.

MARTEDÌ 28 AGOSTO, ore 16:00 davanti alla caserma Bisconte-Camaro.

NON FERMIAMO LA NOSTRA LOTTA PER COSTRUIRE PAESI E CITTA’ SOLIDALI E FATTE DI PERSONE DI TUTTO IL MONDO! NESSUNO È CLANDESTINO!

https://m.facebook.com/Rete-Antirazzist … rce=result

Informazioni su Coordinamento Regionale Comitati NO MUOS 336 articoli
Il Coordinamento Regionale dei comitati NO MUOS è un'aggregazione di comitati NO MUOS che si sono formati in Sicilia negli ultimi anni. Esso nasce dall'esigenza di dar vita ad una serie di iniziative comuni e diffuse riguardanti l'informazione sul MUOS e l'opposizione all'istallazione di questo impianto in modo da estendere quanto più possibile la mobilitazione sviluppata in ogni paese.

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